Un sequestro di persona culminato nell’omicidio del 33enne cinese preso in ostaggio. È la vicenda per la quale i carabinieri hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di un 29enne cinese, già sottoposto a fermo lo scorso 11 giugno. Nell’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, sono indagati altri 3 connazionali. La prima ipotesi è che l’omicidio sia legato ad un regolamento di conti, per questioni di denaro che la vittima, per conto terzi, avrebbe dovuto trasferire in Cina, attraverso un canale parallelo di money transfer.
Il delitto è maturato lo scorso 26 aprile nel rudere dell’ex Cicognini alle Sacca, dove la sera del 10 giugno i carabinieri hanno ritrovato il cadavere di un uomo in avanzato stato di decomposizione, su cui sono in corso le comparazioni del Dna. Quasi sicuramente si tratta del 33enne scomparso un mese e mezzo prima. Quel giorno, dopo aver accompagnato la propria fidanzata sul luogo di lavoro a Prato, l’uomo – hanno accertato le indagini – si è incontrato con l’arrestato, probabilmente perché attirato in una trappola. Poco dopo, la stessa vittima si è messa in contatto con parenti e conoscenti formulando richieste di denaro. Somme ingenti, sembra attorno ai 100.000 euro, che i sequestratori pretendevano dalla vittima, dedita al trasferimento di valuta all’estero attraverso canali paralleli.
Successivamente il 33enne non ha più dato sue notizie, e vani sono stati i tentativi di contattarlo, da parte di amici e parenti.
Le indagini – svolte soprattutto attraverso l’analisi dei tabulati telefonici e l’incrocio del tracciato del GPS presente sull’autovettura in uso all’arrestato, un’auto noleggiata presso un’officina di Prato soltanto 3 giorni prima del sequestro – hanno permesso di appurare il coinvolgimento del giovane arrestato nel sequestro del suo connazionale.
Dopo la sosta nei pressi dell’ex Cicognini, l’auto in uso all’arrestato si è allontanata da Prato, facendovi ritorno nella tarda serata dello stesso 26 aprile, quando la stessa veniva abbandonata in via Lodi. Qui il veicolo è stato rinvenuto il 3 giugno scorso dai Carabinieri, che ne hanno poi trovato le chiavi nella disponibilità dell’arrestato, durante la perquisizione nei suoi confronti. Ieri i Carabinieri di Prato hanno eseguito la misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Firenze, perchè il 29enne cinese aveva intenzione di tornare in Cina e far perdere le proprie tracce.
L’inchiesta prosegue per accertare nei dettagli il movente e le responsabilità dei vari indagati. Si attende anche l’esito del test del DNA sul cadavere rinvenuto la sera del 10 giugno, per avere conferma che si tratti della persona scomparsa. L’autopsia sarà chiamata a dare indicazioni certe sulla modalità dell’omicidio; la morte potrebbe essere dovuta ad alcune coltellate.
L’uomo arrestato ieri aveva avuto in passato qualche piccolo problema con la giustizia, ma non risultano pregressi che facciano pensare al suo coinvolgimento negli affari della criminalità organizzata. I militari gli hanno sequestrato tre piccole pistole in apparenza giocattolo, che per potenza di sparo riscontrata nei test a cui sono state sottoposte, potrebbero essere assimilate a vere e proprie armi.