29 Giugno 2021

Un “patto territoriale per la sicurezza sul lavoro”: Cgil, Cisl e Uil invitano le associazioni datoriali a sottoscriverlo


Un “patto territoriale per la salute e la sicurezza sul lavoro” da sottoscrivere con le associazioni datoriali: è questo l’obiettivo che si pongono Cgil, Cisl e Uil di Prato, che hanno elaborato una “piattaforma unitaria” e rivolto un invito a Confindustria Toscana Nord, Cna Toscana Centro, Confartigianato Imprese Prato, firmato da Lorenzo Pancini, segretario generale Cgil Prato, Marco Bucci, segretario Cisl Firenze Prato e Rodolfo Zanieri coordinatore territoriale Uil Prato.
«Il “patto” – affermano i sindacalisti – è necessario per aumentare la salute e la sicurezza nel nostro territorio e nei luoghi di lavoro. E’ un’occasione per tutti, che può fare la differenza. Dopo l’emozione per la morte di Luana, e prima ancora di Sabri, abbiamo il dovere di indicare, organizzazioni delle imprese e dei lavoratori, ciò che deve essere fatto e ciò che si può fare. La sicurezza e la tutela della salute sono diritti e valori da assicurare, imprese più sicure sono anche imprese più qualificate. Vogliamo creare un sistema più corretto, più sicuro, più legale. Ci aspettiamo già da luglio una risposta da parte delle associazioni datoriali».

Le confederazioni sindacali avanzano precise proposte per sostanziare il “patto territoriale”, chiedendo soprattutto di ridare “valore centrale” all’azione degli organismi provinciali (in primo luogo dell’Inail) di coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, anche rafforzando la collaborazione tra gli enti, le parti sociali, e le rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza sul lavoro (Rls/Rlst); Cgil, Cisl e Uil sottolineano il valore strategico e centrale di promuovere e favorire lo sviluppo di una cultura della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, inserendo la materia nei programmi scolastici; e chiedono di ripristinare riunioni periodiche del tavolo provinciale sulla salute e sicurezza.

Cgil, Cisl e Uil, per “garantire maggiormente i lavoratori e le lavoratrici impegnati in determinate fasi di lavorazione”, chiedono anche a viva voce alle aziende committenti di mettere “in trasparenza la loro filiera produttiva, rappresentata dalla rete dei propri terzisti, consentendo così anche di qualificarla in termini di salute e sicurezza”.
In particolare per il sindacato è necessario “promuovere e rafforzare la contrattazione” anche in tema di salute e sicurezza, dando anche seguito agli accordi definiti con Confindustria e con Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai.

Per Cgil, Cisl e Uil è condizione imprescindibile la presenza dei Rappresentanti per la sicurezza sul lavoro in tutti i luoghi di lavoro, dove prevedere almeno una volta all’anno una riunione con lavoratrici e lavoratori. Così come – sottolineano le confederazioni – non si può prescindere dall’informazione, dalla formazione e dall’addestramento, definiti “diritti fondamentali ed esigibili di ogni lavoratrice e lavoratore”, da realizzare anche introducendo “l’obbligo di formazione per i datori di lavoro e per tutti coloro che intendono avviare un’attività lavorativa”.

I sindacati rivendicano la necessità di implementare “sistemi di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro” per garantire, appunto, il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo nazionale e del documento presentato, evidenziando la necessità di fissare “procedure concordate” per dare piena attuazione alle normative e ai regolamenti per il reinserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro; ravvisano il bisogno di procedere nella valutazione dei rischi anche alla verifica dei mancati infortuni.
Cgil, Cisl e Uil indicano infine anche gli attori della prevenzione: il coordinamento Rls/Rlst di filiera, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza del sito produttivo nel quale agiscono più aziende (Rlssp), e il medico competente, a cui va garantito di svolgere pienamente il proprio ruolo.