Dopo la prima tranche di condanne e patteggiamenti per episodi di peculato e truffa ai danni dello Stato per 4 ginecologi, tutti poi licenziati dalla Asl, si è tenuta l’udienza preliminare per il secondo filone dell’inchiesta sulle visite mediche “clandestine” all’interno dell’ospedale di Prato, dove alcuni cittadini, a volte tramite intermediari, ottenevano una corsia preferenziale dietro riconoscimento di denaro, regali o favori e saltando così le file riservate agli altri pazienti.
Il giudice dell’udienza preliminare ha oggi rinviato a giudizio una quinta ginecologa, ha assolto un’ostetrica e condannato per un singolo episodio alla pena di un anno un’altra ginecologa, definendo anche la posizione di un urologo, condannato a 1 anno e 7 mesi. Hanno patteggiato infine nel complesso pene a 2 anni e a 1 anno e 11 mesi i due intermediari cinesi coinvolti nell’inchiesta.
Se nel primo filone dell’indagine, i beneficiari delle visite erano principalmente cittadini orientali, nella seconda tranche di investigazione – portata avanti dalla Procura e dai carabinieri attraverso testimonianze e telecamere posizionate nei reparti ospedalieri – i cittadini che riuscivano ad ottenere favori erano cittadini italiani.