3 Maggio 2021

Medico pratese condannato per la morte di Davide Astori: dovrà pagare 1 milione di euro di risarcimento


Il cardiologo pratese Giorgio Galanti è stato riconosciuto colpevole per la morte di Davide Astori, il capitano della Fiorentina trovato privo di vita nel marzo 2018 in un albergo a Udine, dove si trovava assieme ai compagni di squadra. Galanti è stato condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) e anche al pagamento di una provvisionale per il risarcimento danni per un ammontare complessivo di un milione e novantamila euro: di cui 250.000 a favore della compagna del calciatore Francesca Fioretti, 240.000 per la figlia Vittoria, i restanti 600.000 per i genitori del capitano viola, Renato e Giovanna, e per i fratelli Marco e Bruno. La motivazione della sentenza sarà resa nota entro 90 giorni.
“Sono stupito, aspettiamo le motivazioni e poi impugneremo la sentenza”. Così il difensore del professor Giorgio Galanti, avvocato Sigfrido Fenyes, commentando la sentenza di condanna a un anno di reclusione inflitta al medico sportivo. “Dalle carte processuali – ha proseguito Fenyes – secondo me la responsabilità di Galanti non emergeva, e neppure dagli esiti della perizia”.

“Sono molto felice e orgogliosa che finalmente sia stata fatta giustizia a Davide, anche se sono molto dispiaciuta perchè a oggi lui poteva essere qui con noi. Spero vivamente che questa sentenza possa servire in futuro a salvare anche una sola vita umana”. Lo ha detto Francesca Fioretti, compagna di Davide Astori, presente oggi, assieme a Marco Astori, fratello del calciatore, in tribunale a Firenze per il processo conclusosi con la condanna del professor Giorgio Galanti.

“E’ stata ristabilita la giustizia, ma il dolore è tanto perché se non ci fossero stati quegli errori, Davide avrebbe potuto essere ancora qua”. Così l’avvocato Alessandro Zonca, legale di Marco Astori. “Si tratta – ha aggiunto Zonca – di una sentenza importante, perché il giudice ha disatteso le conclusioni dei suoi periti”.

Galanti è finito a processo per due certificati di idoneità rilasciati al giocatore quando era direttore sanitario di medicina dello sport dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. Astori morì per un’aritmia ventricolare maligna, provocata da una grave patologia cardiaca mai diagnosticata. In base alle perizia disposta dal gup, il decesso non avrebbe potuto essere evitato: secondo i periti la notte in cui il capitano viola si sentì male, mentre dormiva, l’unica possibilità per salvarlo sarebbe stata quella che gli fosse stato installato in precedenza un defibrillatore. Eventualità quest’ultima impensabile in assenza di una diagnosi. Diverse le conclusioni delle relazioni dei consulenti della procura e della parti civili. Secondo l’accusa, che aveva chiesto per il medico una condanna a 1 anno e 6 mesi, se Astori fosse stato sottoposto a esami più approfonditi, come avrebbero suggerito aritmie rilevate in controlli di routine, sarebbe stato possibile salvargli la vita.