La potenza del messaggio di Jørgen Haugen Sørensen raggiunge il pubblico attraverso le sue opere, sculture straordinarie, che scavano nell’anima, un antidoto all’indifferenza: “L’uomo con il cane” è la mostra dello scultore danese che dal 29 maggio sarà ospitata a Prato, in spazi iconici del centro storico. Organizzata dal Museo di Palazzo Pretorio, la mostra si sviluppa negli spazi a piano terra del Museo, per poi continuare in un percorso per la città che tocca il Castello dell’Imperatore fino ad arrivare al Cassero medievale, appena riaperto al pubblico. Jørgen Haugen Sørensen, che da anni risiede a Pietrasanta, è uno degli scultori più apprezzati del nostro tempo, un artista internazionale che ha esposto le sue opere in spazi di grandi prestigio.
Il ritorno a Prato
Jørgen Haugen Sørensen torna a Prato dopo tanti anni: era il 1983 quando le sue opere furono esposte in città, anche all0ra all’aperto, in diversi spazi. Prima di lui artisti del calibro di Giuseppe Spagnulo, Henry Moore, Giò Pomodoro, Dani Karavan, erano stati protagonisti di esposizioni, sempre all’aperto. L’obiettivo era quello di portare l’arte in mezzo alla gente, di rompere il tabù della cultura come intrattenimento solo per pochi. La mostra, diffusa nei vari spazi e a ingresso gratuito, vuole recuperare quel contatto con il pubblico, regalando un’estate speciale a coloro che vivranno la città in questi mesi.
La mostra
La storia dell’arte racconta di cani visti come simbolo di fedeltà: già gli Egizi, e poi i Greci e i Romani, interpretarono questo animale come amico indiscusso dell’uomo; nello stesso modo Giotto, Tiziano, Velazquez, fino a Zandomeneghi, Picasso e Ligabue, per citarne solo alcuni, lo hanno dipinto mettendone in risalto le caratteristiche positive. I cani di Sørensen sono altro. Nei cani dello scultore danese emergono la ferocia, la mancanza di vergogna, l’assenza di moralità: è un’umanità senza regole e leggi, è una condizione ancora presente in particolari aree del mondo. Non vuol essere una denuncia, ma una constatazione della fragilità dell’essere umano.
La tecnica di modellare sperimentata da Sørensen mette in risalto le tracce delle dita delle mani, che rendono la superficie frastagliata e quasi sconnessa. Come sopravvissuti, i corpi si manifestano tormentati, quasi dilaniati nella materia: per Sørensen l’arte diventa il mezzo per esprimere le ingiustizie e le tragedie del tempo; linguaggio e forma si evolvono insieme, attraverso materiali e tecnica, che l’artista padroneggia. Sculture antropomorfe, modellate in argilla, rappresentano la metafora di un’umanità segnata sia dal progresso che dalle contraddizioni che questo comporta. Come partecipanti involontari a questo gioco, le figure nude di Sørensen sembrano vivere un senso di colpa cronico, che è sottolineato visivamente dalla rappresentazione di una forma ruvida, apparentemente non compiuta. La superficie sembra grezza, lavorata drammaticamente attraverso l’uso delle mani che infondono ad ogni scultura particolari effetti di contrasto e di chiaroscuro.
“L’attività culturale cittadina è ripartita a pieno regime – ha detto il sindaco Matteo Biffoni – Questa al Pretorio è una mostra potente, una metafora della nostra società. Una mostra che è al Pretorio, al Cassero, al Castello dell’imperatore segno di un’apertura alla città”.
“Questa mostra, che raccoglie opere che provengono dal mio intero percorso artistico, parla di attualità, ci pone di fronte a quello che sta accadendo intorno a noi – ha spiegato l’artista Jørgen Haugen Sørensen – Io voglio essere un testimone del nostro tempo, voglio raccontare quello che stiamo vivendo con le mie opere, scuotere l’indifferenza: innocenti o colpevoli, non possiamo chiudere gli occhi di fronte e fingere di non vedere”.
I luoghi della mostra
Museo di Palazzo Pretorio 10,30-18,30 (chiuso il martedì)
Castello dell’Imperatore 10-13; 16-20 (chiuso il martedì)
Cassero medievale 16-20 (chiuso il martedì)
L’ingresso è gratuito.