Aveva solo 23 anni ed era madre di una bimba piccola Luana D’Orazio, la giovane che questa mattina è rimasta vittima di un incidente sul lavoro. La tragedia è avvenuta all’interno dell’Orditura Luana di via Garigliano ad Oste verso le 10. La giovane – per motivi da chiarire – è rimasta incastrata in un orditoio e non ha avuto scampo. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco, personale del 118, i carabinieri e i tecnici del dipartimento di prevenzione dell’Asl. Saranno questi ultimi a dover ricostruire la dinamica dei fatti e verificare se qualcosa non abbia funzionato a dovere.
Il macchinario è stato sequestrato per effettuare accertamenti e verifiche.
La 23enne lavorava da circa un anno nella ditta, era madre di una bimba piccola e viveva coi genitori nel pistoiese. Per un’ulteriore tragica coincidenza l’incidente mortale è avvenuto a soli due giorni dal 1 maggio, festa dei lavoratori. Venuto a conoscenza dell’incidente mortale il sindaco di Montemurlo Simone Calamai si è recato sul posto insieme all’assessore Forastiero.
Le reazioni
“Sono profondamente scosso da quanto avvenuto e mi fa ancor più male sapere che questa ragazza era diventata da poco madre di una bambina, un pensiero che mi lascia davvero sgomento. È una tragedia che colpisce tutta la comunità montemurlese e mi stringo in segno di cordoglio, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, alla famiglia della giovane. Oggi, tra l’altro, per Montemurlo è un giorno particolare, è la Festa patronale della Croce. A causa del Covid le celebrazioni sono in forma ridottissima ma nell’ambito della cerimonia abbiamo deciso con il parroco Don Gianni di ricordare la giovane operaia e tutti gli altri morti sul lavoro. Non possiamo rimanere indifferenti davanti ad un dolore così grande che colpisce tutti” ha detto il sindaco Simone Calamai.
Solo due giorni fa il sindaco Simone Calamai, in occasione della Festa del Primo Maggio, aveva fatto un appello ad un maggior coinvolgimento delle donne e dei giovani nel mondo del lavoro, i primi a pagare le pesanti conseguenze economiche della pandemia e alla necessità di investire in diritti e sicurezza per i lavoratori: “Il lavoro è dignità, è realizzazione di sé, è lo strumento che dovrebbe consentire a tutti di progettare il proprio futuro. Le morti bianche spezzano all’improvviso sogni e progetti di vita e sono davvero inaccettabili. – continua il sindaco Calamai La sicurezza non deve essere mai considerata un costo. La salute e la sicurezza sul lavoro vanno perseguite tramite una cultura della prevenzione che si crea, innanzitutto, con la formazione e l’informazione. La prima protezione è la consapevolezza del rischio. Il Covid e la pandemia rischiano di farci perdere di vista il problema delle morti sul lavoro, un tema però che ci deve vedere tutti uniti: parti datoriali, enti locali, scuola, sindacati”.
Sulla vicenda intervengono anche Cgil, Cisl, Uil e Filctem, Femca, Uiltec. “E’ inconcepibile continuare a morire sul lavoro. E’ ancor più inaccettabile la morte di lavoratori giovanissimi, oggi di una giovanissima madre” si legge in un comunicato diffuso dai sindacati, nel quale denunciano per l’ennesima volta come esistano ancora luoghi di lavoro lontani dagli standard di sicurezza previsti. “Le OO. SS. pratesi esprimono le loro condoglianze e i sentimenti più vivi di vicinanza ai familiari della vittima. La tragedia di stamani è, dall’inizio dell’anno, il secondo incidente mortale sul lavoro nella nostra provincia. Ed è il secondo che ha come vittime lavoratori giovanissimi. Se le cause della tragedia saranno all’esame dell’autorità competente, alla quale spetterà stabilirne circostanze e responsabilità – prosegue la nota – non si può non rilevare che ancor oggi si muore per le stesse ragioni e allo stesso modo di cinquant’anni fa: per lo schiacciamento in un macchinario, per la caduta da un tetto”. Secondo i tre sindacati “Non sembra cambiato niente, nonostante lo sviluppo tecnologico dei macchinari e dei sistemi di sicurezza. E’ come se la tecnologia si arrestasse alle soglie di fabbriche e stanzoni. Dove si continua a morire e dove, troppo spesso, la sicurezza continua ad essere considerata solo un costo invece che una condizione imprescindibile. La morte di due ventenni nell’arco di tre mesi deve far riflettere sugli investimenti operati in termini di formazione e di acquisizione di competenze. Non è sufficiente constatare che i giovani sono i più colpiti dalla crisi provocata dalla pandemia, bisogna investire su di loro e offrir loro sbocchi occupazionali che non siano più precari o insicuri”. Cgil, Cisl e Uil e Filctem, Femca, Uiltec constatano, con amarezza, come “a due giorni dalla Festa del Lavoro, il lavoro venga ancora una volta vilipeso, fino alle sue estreme conseguenze. Non è più tempo di parole, ma di azioni concrete, delle istituzioni e delle autorità competenti, e di interventi che garantiscano la sicurezza nei luoghi di lavoro. Queste tragedie non solo sono inconcepibili, sono intollerabili”.
“La notizia della morte di una giovane operaia, e madre di una bambina, è terribile. Esprimo solidarietà e vicinanza alla famiglia della donna. Questa tragedia ci sprona ulteriormente a impegnarci senza sosta per rendere più sicuri i luoghi di lavoro in tutta la Toscana e chiama ancora una volta alla responsabilità di tutti”. Così il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, commentando quanto accaduto stamani a Oste. “Per parte nostra – aggiunge il presidente – non faremo venir meno la scelta di investire sui controlli, sulla prevenzione e sulla cultura diffusa della sicurezza. La sicurezza è un elemento fondante per una buona qualità della vita, per una società coesa e giusta, per la dignità del lavoro”.
“Il Partito democratico di Prato esprime il proprio cordoglio di fronte alla tragedia inaccettabile che ha colpito la giovane operaia deceduta oggi a Oste per un incidente sul lavoro” dichiara, a nome di tutta la Segreteria provinciale, il Segretario Gabriele Bosi. “Gli inquirenti dovranno accertare la dinamica dei fatti, che ancora non conosciamo. Certo è che queste tragedie non devono accadere ma purtroppo ancora si verificano troppo spesso in tutto il paese”. “Il lavoro deve essere occasione di vita e di realizzazione personale, non certo di infortunio o di morte”, continua Bosi. “Ancora siamo lontani dal raggiungere una piena sicurezza sui luoghi di lavoro e per questo tutti gli enti preposti, a tutti i livelli, devono fare ancora di più. Servono controlli per garantire il rispetto delle regole, con un numero adeguato di ispettori sul territorio, serve tanta formazione per i lavoratori e per i datori di lavoro. Quello che è successo oggi è veramente inconcepibile e tutti devono fare la propria parte perché non accada più”.
“Non è possibile che questo sia il presente e futuro della nostra generazione, spesso accusata di non avere senso del sacrificio” dichiara Maria Logli, Segretaria dei Giovani Democratici di Prato. “Muore una lavoratrice di 22 anni, divorata dalla macchina con cui lavorava. In Toscana le morti di giovani e giovanissimi sul lavoro non rallentano dall’inizio del 2021. Soltanto 2 giorni fa era la giornata internazionale delle lavoratrici e dei lavoratori, e questo dimostra che non basta parlare del tema un giorno all’anno. Non esistono casi isolati, ma lavoratori soli – prosegue Logli – e la risposta non può essere emergenziale. Non è normale farsi male a lavoro, non è accettabile perdere la vita a lavoro, e ogni forma di normalizzazione del sacrificio, che spesso si accompagna alla retorica dei giovani sfaticati, deve essere stigmatizzata”. “Anche per questo ci stiamo impegnando valorizzare il ruolo della ricerca sul lavoro a Prato, perché è fondamentale studiare approfonditamente le dinamiche del lavoro sul territorio e ribaltare il paradigma che costringe una giovane lavoratrice ad accontentarsi di condizioni di lavoro che mettono a rischio la sua vita” aggiunge Aksel Fazio, Responsabile Lavoro dei GD. “e anche per questo ci siamo impegnati con un Odg sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, e ancora non basta. Compito della politica è impegnarsi quotidianamente e in sinergia con i sindacati e gli enti preposti con tutti i mezzi affinché fatti come questi non accadano più, rafforzando i controlli e favorendo la prevenzione, promuovendo la cultura della sicurezza e del lavoro dignitoso. Perché pretendiamo un futuro diverso da questo” conclude Fazio.
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