Materna e primaria, 200 bimbi cinesi non tornano in classe. Il sottosegretario Sasso in visita a Prato: “Ne parlerò col Ministro” FOTO e VIDEO
200 bambini di nazionalità cinese che frequentano il primo ciclo scolastico (materna e primaria) non sono rientrati in classe. E solo il 20% di loro ha fatto richiesta di avvalersi dell’istruzione parentale. Un dato che purtroppo conferma la realtà sotto gli occhi di molti, dalla riapertura dei plessi fino alla prima media avvenuta due settimane fa, e che è stato fornito dalla responsabile dell’ufficio scolastico provinciale Susanna Pizzuti a margine della visita del sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso invitato in città dal consigliere comunale della Lega Marco Curcio. “Abbiamo chiesto aiuto a Roma, così come alla regione”, dice il sindaco Biffoni; “Abbiamo appreso del problema oggi, ne parlerò col Ministro”, dice il sottosegretario:
Il sottosegretario ha parlato del problema della cattedre vuote, che affligge Prato come altre città italiane (“L’obiettivo sarebbe stabilizzare gli insegnanti delle Gae e con 36 mesi di servizio già a maggio, in modo da averli in cattedra a settembre”), della possibilità di far iniziare prima la scuola, magari il 1 settembre così come annunciato da Draghi, e del progetto di aprire le scuole in estate, per organizzarvi centri estivi in collaborazione con le associazioni di volontariato del territorio. Dopo un incontro con la prefetta Adriana Cogode, il sottosegretario ha fatto visita alle scuole Guasti, al Convitto Cicognini e all’Istituto Buzzi.
Il presidente della provincia Francesco Puggelli ha infine consegnato a Sasso un “dossier Scuola” con una richiesta ben precisa, quella di comprendere anche le province nella cabina di regia che dovrà stabilire le modalità di spesa del Recovery fund: “Come sappiamo, Prato è una città in controtendenza perché la sua popolazione scolastica cresce invece di diminuire – spiega Puggelli -, abbiamo bisogno di nuove scuole superiori e l’attenzione del Governo è quindi fondamentale come nel risolvere il problema storico di Prato, cioè quello dell’organico”.