Lotta al covid, cure con monoclonali: buone le prime risposte dei pazienti VIDEO
I ricoveri registrano ancora numeri alti, anche se la direttrice del Santo Stefano specifica che sono in diminuzione; il 40 per cento è costituito da cittadini di nazionalità straniera (novità della terza ondata). Complessivamente oggi ci sono 154 pazienti covid in area medica, che può arrivare ad ospitarne fino a 175; 58 al centro Pegaso; 42 alle cure intermedie alla Melagrana e 24 nell’analoga struttura al vecchio ospedale. “Le nostre sentinelle sono le Usca – spiega Daniela Matarrese, direttrice del Santo Stefano – e sono loro, per o più, a mandare i pazienti che ne hanno bisogno in ospedale. Da qualche giorno a questa parte notano un miglioramento nei cittadini curati al domicilio ed è questo che ci fa parlare di diminuzione della pressione sull’ospedale”. 19 i posti letto occupati sui 20 totali in terapia intensiva. E la terza ondata si è distinta dalle due precedenti proprio per l’uso della terapia intensiva, che i sanitari sono riusciti a limitare a favore dell’area medica, assimilabile ad una sub-intensiva: questo è stato possibile grazie anche ad una programmazione fatta tra novembre e dicembre per cui è stata aumentata di un terzo la capacità dell’ospedale di fornire ossigeno (gli ospedali normalmente non sono tarati per questi flussi di ossigeno). Il risultato è che, a differenza delle precedenti ondate, i posti in intensiva sono rimasti stabili a 20 ed è quindi drasticamente diminuito il numero di pazienti intubati. “Tutto questo grazie anche alle conoscenze via via acquisite dai medici e ad un lavoro di equipe tra internisti, pneumologi e infermieri, anche questi diventati esperti nell’uso della Niv, ovvero la ventilazione non invasiva che pratichiamo in area medica”, chiarisce la dottoressa Daniela Matarrese.
Nel primo giorno di zona gialla, la stessa direttrice del Santo Stefano lancia un appello alla cittadinanza affinché venga mantenuta alta la guardia: “Le conseguenze dei comportamenti si vedranno tra qualche settimana”:
Sul fronte della terapia con la somministrazione di anticorpi monoclonali, partita proprio dal Santo Stefano, i risultati a breve termine sono ritenuti buoni: su 35 casi in cura, solo 3 sono andati incontro a peggioramento del quadro con conseguente necessità di ricovero ospedaliero e 8 hanno dichiarato già dal giorno dopo l’infusione degli anticorpi di avere sintomi più lievi.