Prevenire l’aggravamento del Covid nelle persone che hanno contratto la malattia in forma lieve e non sono ricoverati in ospedale. È quello che sta sperimentando un gruppo di ricerca formato da professionisti della sanità territoriale e ospedaliera di Prato. L’Asl fa sapere che il trattamento è in fase avanzata e si basa su l’utilizzo di due farmaci in uso da moltissimi anni somministrati in forma combinata. Da qui è nato uno studio che ha l’obiettivo di valutare l’efficacia di questa cura nei pazienti affetti da Codid in forma lieve che ricevono tale trattamento a domicilio da parte di un medico di medicina generale o delle squadre Usca.
“Ho partecipato con entusiasmo al progetto mettendo a disposizione di tutti la mia esperienza negli studi clinici e contribuendo attraverso la stesura del protocollo terapeutico – commenta Fabrizio Cantini, direttore di reumatologia dell’ospedale Santo Stefano -. Lo scopo è quello di cercare di impedire che la malattia evolva verso la forma più severa. Se la sperimentazione darà i frutti sperati quali la riduzione di almeno del 10% dei casi con progressione verso la forma severa di malattia e di conseguenza la riduzione del numero dei ricoveri, ne deriveranno ovvi vantaggi per i pazienti e per le strutture sanitarie”.
Il progetto è supportato dalla Regione Toscana e dalla direzione generale dell’Azienda Sanitaria, partecipano l’Agenzia Regionale di Sanità, i medici di medicina generale ed i medici Usca.
Fanno parte del gruppo per la sperimentazione Daniela Matarrese direttore sanitario dell’ospedale di Prato; Fabrizio Cantini, direttore reumatologia; Donatella Aquilini, direttore malattie infettive; Patrizio Goti, direttore pneumologia; Massimo Di Natale, direttore medicina interna II; Mauro Ruggeri presidente Simg (Società Italiana medici di medicina generale e coordinatore AFT); Laura Tattini, coordinatore servizi sanitari territoriali Zona Pratese; Fabrizio Gemmi, coordinatore osservatorio per la qualità ARS; Annalisa Landi referente USCA, Dante Mondanelli, vicepresidente ordine dei medici di Prato; Elettra Pellegrino, medico della direzione sanitaria del Santo Stefano.
“Sto sostenendo questo progetto con grande convinzione fin dall’inizio – sottolinea la consigliera regionale Ilaria Bugetti – è un ulteriore importante tassello che si aggiunge a tutto ciò che può aiutare nella ricerca per trovare soluzioni nel contrastare il virus e che conferma le grandi competenze presenti sul nostro territorio. A Prato abbiamo un gruppo di grandi professionisti che si contraddistinguono nella ricerca e sperimentazione”.
Solo dopo la validazione da parte del Comitato Etico la sperimentazione clinica potrà prendere avvio.