12 Marzo 2021

Confcommercio: “Inefficienza nel sistema di gestione della pandemia. Senza azzeramento fiscale migliaia di imprese a rischio”


“Dopo un anno ci ritroviamo allo stesso punto – o quasi – di Marzo 2020 con l’unica differenza che adesso tutti sanno cosa ci aspetta. L’inefficienza nella gestione della pandemia sta portando al tracollo il sistema economico del territorio”. È ferma Confcommercio nella propria nota, a seguito del cambio di colore della provincia di Prato che da lunedì 15 marzo impone un nuovo stop a negozi, centri estetici e mercati (ad eccezione di quelli alimentari), aggiungendoli alle tante attività già sospese.

“Il passaggio in zona rossa era nell’aria da giorni e ha tenuto con il fiato sospeso centinaia di attività in provincia di Prato, che da lunedì si troveranno a chiudere per l’ennesima volta. I numeri parlano chiaro: la pandemia sembra continuare indisturbata nel suo percorso e questo è il segnale più evidente di un sistema che, da ogni punto di vista, risulta fallimentare. Nonostante ciò – prosegue Confcommercio -, niente viene fatto per cambiarla anzi, il nuovo Governo sembra prendere la scia del precedente fra un susseguirsi di provvedimenti, tempi di comunicazione ancora inadatti, mancanza di aiuti, ritardi nei vaccini. Le chiusure imposte non danno accenno a funzionare in alcun modo e gettano nello sconforto gli imprenditori del territorio, stremata dalla continua mancanza di prospettive da parte di chi dovrebbe svolgere il proprio ruolo guida”.

Secondo Confcommercio “è impossibile restare fermi di fronte alla portata dei danni che il meccanismo adottato dal Governo sta provocando, segnando la condanna a morte di migliaia di imprese del terziario nella provincia pratese. Dopo un anno di continue richieste di sacrificio – accompagnate dalla totale insufficienza di aiuti economici – è necessario dare un segnale se non vogliamo che migliaia di imprese siano costrette a chiudere per sempre. A partire dall’azzeramento fiscale. Nessun’azienda soggetta alla sospensione dell’attività – aggiunge Confcommercio – può essere in grado di sostenere adesso imposte e scadenze fiscali. Viene chiesto loro l’impossibile: i pubblici esercizi sono fermi da praticamente 12 mesi – ad eccezione della pausa estiva – e le attività del commercio, che hanno subito forti limitazioni, devono fare i conti con le rimanenze di magazzino e il pagamento dei fornitori. Per non parlare dei professionisti del mondo degli eventi e delle cerimonie, delle palestre e di intere filiere che non hanno avuto la possibilità di lavorare seppur gli fosse concesso secondo la normativa. Pretendere i pagamenti delle tasse non è accettabile. Dobbiamo renderci conto che continuare su questa strada significa portare al tracollo il sistema economico locale, e a pagare a caro prezzo l’incapacità dell’incapacità dimostrata dall’intero sistema decisionale, saranno ancora una volta le imprese” conclude Confcommercio.