La vicenda Texprint si arricchisce di un nuovo capitolo: il Tribunale di Milano ha assolto per non aver commesso il fatto Zhang Sang Yu, detto Valerio, che era a processo con rito abbreviato con l’accusa di autoriciclaggio nell’ambito dell’inchiesta Habanero. Zhang, assistito dallo studio Dentons di Milano e difeso dagli avvocati Pasquale Annicchiarico e Matteo Danieli, ha anche ottenuto la restituzione di tutti i beni che gli erano stati sequestrati nel luglio scorso.
Il Tribunale ha assolto il solo Zhang Sang Yu ed ha escluso la sussistenza dell’aggravante mafiosa di cui all’art. 416 bis 1 c.p. per tutti gli imputati, aggravante che non era mai stata contesta a Zhang. La sentenza potrebbe avere importanti conseguenze per la Texprint, di cui Valerio Zhang è responsabile tecnico.
La stamperia tessile di via Sabadell, da due mesi contrapposta in una dura vertenza con il Si Cobas, era stata nelle scorse settimane colpita da una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Prato. Il provvedimento preventivo, che impedisce di contrattare con la pubblica amministrazione, traeva spunto proprio dalle indagini della Dda di Milano. La Texprint, che aveva già preannunciato ricorso al Tar contro l’interdittiva antimafia, potrebbe adesso anche fare richiesta di riesame alla stessa Prefettura di Prato.
In una nota, la Texprint sottolinea di aver “sin da subito dichiarato di non aver alcun collegamento con il mondo della criminalità organizzata”.
“La sentenza di piena assoluzione del signor Zhang, insieme all’esclusione della natura mafiosa dei reati contestati, consente ora alla società di dimostrare ancora più agevolmente la insussistenza dei presupposti della interdittiva anti mafia. La Texprint – conclude la nota della società – conferma la massima fiducia nella Magistratura e nelle Istituzioni e auspica che, a breve, anche le proteste violente e criminose degli ultimi mesi da parte dei manifestanti possano trovare una definitiva soluzione nelle sedi competenti”.
“Siamo arrivati da una decina di giorni come studio Dentons ad assistere la Texprint – afferma l’avvocato Pasquale Annicchiarico – e abbiamo depositato alla Procura di Prato una denuncia con 50 pagine in cui forniamo la prova documentale dei reati commessi durante le manifestazioni del Si Cobas. Il diritto di sciopero deve rimanere dentro i confini della legalità. Non c’è una sola sentenza che legittima quelle modalità di sciopero; impedire il transito dei mezzi e bloccare la produzione è violenza privata. Inoltre la Texprint non è responsabile di nessuno sfruttamento, ma anche questo lo andremo a provare materialmente nelle sedi opportune, che il Si Cobas non ha peraltro adito”.
Sul ruolo di Zhang Sang Yu, detto Valerio, all’interno della Texprint, l’avvocato Annicchiarico fuga i dubbi: “I soci sono altri e sono sempre gli stessi da 5 anni; basta una visura camerale per vederlo. Zhang è stato assunto come responsabile tecnico nel 2017 e l’azienda, che ha esaminato le carte processuali, ha sempre dimostrato fiducia nei suoi confronti”.
Perchè la notizia dell’assoluzione di Zhang è stata data dall’azienda Texprint? “La società – risponde l’avvocato Annicchiarico – ha agito nell’interesse di dimostrare la propria totale estraneità ai fatti che le hanno cagionato l’interdittiva antimafia”.