Gli addetti alle vendite e i commercianti chiedono di essere compresi tra le categorie prioritarie nel piano di vaccinazione anticovid. Tanto che alla Coop al Parco Prato è partita una raccolta firme tra i lavoratori per sensibilizzare la Regione sul tema. A riferirlo è il segretario della Filcams Cgil di Prato Nunzio Martino: “Si tratta di lavoratrici e lavoratori che hanno avuto il coraggio e la determinazione di rimanere a lavoro in tutti questi mesi di pandemia. Dal primo lockdown in poi non hanno quasi mai chiuso, soprattutto i lavoratori del settore alimentare, e ancora oggi sono tra i primi ad essere esposti al contagio. La raccolta firme è la dimostrazione di quanto il tema stia loro a cuore”.
E chiede di classificare il rischio dei commercialisti alla pari di quello degli avvocati, i professionisti invitati ora a fruire del vaccino, il presidente nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, che ricorda come “gli studi professionali, per la natura delle attività di supporto tecnico professionale svolte su molteplici aspetti relativi alla gestione dell’emergenza e le correlate scadenze perentorie” non abbiano mai chiuso.
C’è poi Sandro Bennucci, il presidente dell’Ast, il sindacato unitario dei giornalisti toscani, che ha scritto una lettera-appello al governatore Eugenio Giani affinché si faccia portavoce presso il Governo per provvedere alla vaccinazione urgente dei cronisti in prima linea, dopo che la stessa categoria nel 2020 era stata inserita, proprio su richiesta dell’Asl all’allora governatore toscano Enrico Rossi, tra quelle sottoposte in maniera prioritaria a test sierologico in quanto particolarmente esposta al rischio contagio. Ecco il testo della lettera, indirizzata oltre che a Giani, anche all’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini e al presidente della commissione Sanità in consiglio regionale Enrico Sostegni: “Sono costretto, dopo averlo già fatto insieme al collega Carlo Bartoli, presidente del Consiglio dell’Ordine della Toscana, a lanciare un nuovo appello affinchè si possa trovare la possibilità di vaccinare contro il Covid i giornalisti in prima linea (cronisti, fotoreporter, telecineoperatori) costretti, per il lavoro insostituibile che svolgono, a partecipare a conferenze stampa, o comunque a incontri con personalità che diventano, assai spesso, vere e proprie ammucchiate per ottenere dichiarazione e immagini. In gergo le abbiamo definite “tonnare”. Sono di queste ore notizie di colleghi che, un po’ ovunque in Italia, hanno contratto il virus per aver dovuto lavorare in condizioni non sicure. So benissimo che la situazione della campagna vaccinale non è delle migliori, con i ritardi nella fornitura dei vaccini. E mi guardo bene dal fare polemiche sulle scelte che sono state fatte a favore di altre categorie di lavoratori e professionisti. Ognuno ha diritto ad essere tutelato nello svolgimento della propria attività. Richiamo però l’attenzione sul fatto che, proprio all’inizio della pandemia, la Regione Toscana accolse l’invito di Assostampa di sottoporre anche i giornalisti ai test sierologici insieme al personale sanitario. Questo perchè si riconobbe il fondamentale impegno dei cronisti per dare notizie e informazioni, anche strettamente di servizio, alla popolazione costretta a stare chiusa in casa. A distanza di un anno, purtroppo, la situazione non è cambiata. Chi svolge attività giornalistica professionale garantisce un servizio pubblico e l’accesso ad uno dei diritti fondamentali dei cittadini: quello ad essere informati. Ma questo compito non può tradursi in un rischio quotidiano per la propria incolumità e per quella dei loro familiari. Tanto più se questo accade in occasione di conferenze stampa in presenza che si trasformano, come detto, in “tonnare”, nonostante, lo riconosco, la volontà e l’impegno precauzionale degli organizzatori. La Toscana, terra di profonda civiltà, dimostri concretamente che il diritto all’informazione passa anche attraverso la tutela di chi questo diritto lo assicura ogni giorno. In attesa di leggere un Vostro cenno di risposta, che mi auguro possa aprire uno spiraglio positivo alla richiesta dell’intera categoria, auguro buon lavoro nell’interesse di tutti i toscani”.