Riapertura immediata, in sicurezza, di tutte le attività chiuse. Azzeramento delle imposte per il 2021. Ristori urgenti, proporzionali alla perdita di fatturato. Sono queste le tre richieste principali che gli imprenditori del terziario della provincia di Prato porteranno lunedì 1 marzo all’attenzione del Governo con il flash mob #salviamoleimprese: salute e lavoro possono convivere.
Una sola parola d’ordine al centro della mobilitazione promossa a livello regionale da Confcommercio e Confesercenti: svolta. Una svolta ormai irrimandabile da parte del Governo nella gestione dell’emergenza che da un anno sta mettendo in ginocchio l’economia locale, con la perdita di tante, troppe attività.
L’iniziativa – che si svolgerà in contemporanea alle altre città toscane – prenderà il via alle 11 e coinvolgerà il centro di Prato dove gli imprenditori andranno a formare una catena umana, immobile e silenziosa che, nel pieno rispetto delle normative anti-contagio, si snoderà fra alcune delle loro principali vie. In piedi, uno accanto all’altro – ma a distanza di sicurezza – gli imprenditori e i collaboratori del terziario terranno per mano il tricolore e indosseranno alcuni cartelli esplicativi con l’intento di testimoniare quanto tutte le attività del settore siano interconnesse, tanto che la chiusura imposta ad alcune si riflette in modo determinante anche sulle altre, con una drammatica flessione del lavoro. A conclusione del flashmob, la consegna al Prefetto di Prato, Adriana Cogode, in qualità di rappresentante del Governo sul territorio, delle richieste delle categorie che gridano alla necessità impellente di essere messe in sicurezza.
A lanciare il proprio silenzioso allarme sono ristoratori, che continuano a muoversi fra chiusure a singhiozzo comunicate due giorni prima della loro entrata in vigore, imprenditori del settore turistico, come i gestori delle strutture ricettive che con lo stop agli spostamenti sono spesso costretti a sospendere le attività nonostante, di fatto, possano restare aperti.
E a chiedere aiuto sono, allo stesso tempo, il mondo dello spettacolo, quello degli eventi e delle cerimonie; sono i negozianti, gli agenti di commercio, i liberi professionisti, i grossisti, gli ambulanti, i gestori delle palestre.
“Tutti uniti – spiegano i presidenti di Confcommercio e Confesercenti – per mettere in luce le storie di coloro a cui vengono ancora una volta chiesti enormi sacrifici nella lotta alla pandemia, senza che questi siano realmente tradotti in un arresto della diffusione del virus. Le chiusure delle attività e lo stop all’economia non sono la soluzione, ormai è un dato certo. Anzi, rischiano di creare problemi ancora più gravi che vanno a sommarsi alla crisi sanitaria. Dobbiamo dare la possibilità alle imprese di lavorare in sicurezza per guardare al futuro. Dopo un anno di restrizioni e di ristori mancanti o non realmente adeguati, non sono sostenibili nuovi lockdown, il rischio è la perdita di migliaia di aziende e non è sostenibile per il territorio. Sempre più spesso viene chiesto alle imprese di essere responsabili: lunedì saranno loro a chiederlo al Governo con richieste precise, urgenti e indispensabili per salvare l’intero settore”.