Tornano ad alzarsi i toni di Confcommercio a seguito dell’Ordinanza del Ministero della Salute che mette in atto le misure per la zona arancione in Toscana a partire da domenica 14 Febbraio.
“Perdere il pranzo di San Valentino per molte attività di ristorazione significa veder andare in fumo incassi, prenotazioni, ore di lavoro per i propri dipendenti ma anche forniture ormai prenotate. Significa ricevere l’ennesima batosta che rende ogni volta più difficile reggere mentalmente una situazione diventata ormai insostenibile sotto ogni punto di vista – scrive Confcommercio – Ma non si tratta solo di ristoranti e bar. A subire le conseguenze sono anche i negozi che vedono sfumare il flusso di frequentatori e, ancora di più, sono le tante attività chiuse ormai da mesi.
Non possiamo accettarlo, le imprese devono restare aperte. È inverosimile pensare di combattere la pandemia con lo stop delle attività.
Questa formula, adottata nella prima fase dell’emergenza, dopo 12 mesi risulta impossibile.
Ciò non significa essere irresponsabili e non tutelare la salute pubblica.
Significa trovare nuove soluzioni che permettano a tutti di lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza, parallelamente alla lotta contro il virus dal punto di vista sanitario.
Regioni come Trentino e Sicilia hanno emanato ordinanze formali – potenzialmente impugnabili – che posticipano la messa in atto delle misure restrittive per l’area arancione dalla giornata di domenica a quella di lunedì 15.
Purtroppo ci troviamo un’altra volta a constatare che l’Amministrazione regionale a guida Giani non ha il coraggio di fare simili scelte e andare incontro alle attività del territorio né dal punto di vista emotivo, né da quello strutturale.
È inaccettabile vedere questa immobilità: le Istituzioni devono assumersi la responsabilità di scelte che tutelano le proprie imprese. O si troveranno a gestire un tracollo impossibile da arginare” conclude la nota. Anche il presidente della Fiepet Confesercenti Prato Renzo Bellandi ha criticato la decisione del Ministro e sta valutando la possibilità di aprire una class action citando per danni Speranza. “A causa di questa decisione dovremo fare i conti con i mancati incassi per le prenotazioni già avute e saremo costretti a buttare parte delle scorte già acquistate” ha affermato Bellandi.
“Davvero incomprensibile come non si riesca a capire che ritardare di sole 24 ore il via alla zona arancione in Toscana, avrebbe avuto grandi benefici, sia psicologici per le persone che economici per i gestori di bar e ristoranti”. Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Prato (ma anche di Confartigianato Toscana) commenta così la decisione di estendere la zona arancione in Toscana fin da domani, domenica 14 febbraio, festa di San Valentino.
“Per quanto importante sia ovviamente porre dei limiti per contenere i contagi e l’espandersi della pandemia, sono convinto che un rinvio di sole 24 ore avrebbe portato molto più benefici rispetto alla chiusura. La popolazione sta vivendo questa situazione in modo critico anche a livello psicologico: poter festeggiare questa ricorrenza avrebbe offerto sicuramente un segnale positivo. Per i gestori di bar e ristoranti, senza contare l’indotto, si sarebbe trattato di una boccata di ossigeno importante, per la quale molto probabilmente si erano anche riforniti e adesso si vedono beffati e danneggiati”.
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