La tecnologia digitale in 3D arriva nelle sale operatorie del Santo Stefano. Con questa innovativa tecnica è stato eseguito con successo, un intervento di surrenectomia laparoscopica (asportazione di un surrene).
L’equipè dell’Unità di chirurgia generale dell’ospedale di Prato, diretta dal dottor Stefano Cantafio, nell’ambito del Dipartimento delle specialistiche chirurgiche, diretto dal dottor Stefano Michelagnoli, si è avvalsa di questa nuova frontiera della chirurgia di precisione, applicata per la prima volta nell’Azienda Sanitaria.
Fino a non molti anni fa, un intervento chirurgico complesso era pianificato sulla base di immagini bidimensionali in bianco e nero prodotte da radiografie, Tomografia computerizzata e Risonanza Magnetica. Grazie a questa nuova tecnologia è possibile realizzare un modello tridimensionale in scala 1 a 1 di un organo o di specifiche strutture anatomiche consentendo di studiare e simulare l’intervento chirurgico.
Attraverso un sofisticato software viene realizzata una ricostruzione tridimensionale molto accurata dell’organo, con misurazioni precise anche di strutture come vasi, lesioni sulla quale il chirurgo, prima di entrare in sala operatoria può pianificare in anticipo la scelta strategica migliore, evitare complicanze intraoperatorie e ridurre il rischio di errore.
La paziente presentava un ingrandimento della ghiandola surrenale. E’ stata valutata congiuntamente con la dottoressa Barbara Conforti, medico internista della struttura di Medicina 1, diretta dal dottor Giancarlo Bini.
“L’obiettivo è stato quello di pianificare correttamente l’intervento ed effettuare una simulazione con il minimo impatto – ha spiegato Cantafio. La Tc addome preoperatoria della paziente ha evidenziato una neoformazione surrenalica. Per definire al meglio i rapporti tra la neoplasia e la vena cava inferiore, la vascolarizzazione del surrene, le eventuali anomalie anatomiche e vascolari oltre alla sede specifica della vena surrenalica media, abbiamo deciso di avvalerci delle immagini in 3D dalle quali è stato sviluppato il modellino in scala. Tutto ciò ha permesso di eseguire un intervento di precisione, senza provocare alcuna lesione intraoperatoria. La degenza della paziente è stata regolare ed è stata dimessa in terza giornata post- operatoria”.
Nella chirurgia generale, l’utilizzo della riproduzione delle immagini in tre dimensioni, rappresenta una innovazione tecnologica in grado di garantire lo studio dell’organo su cui intervenite e simulare l’intervento chirurgico verificando le difficoltà prima di operare il paziente.
“Sono soddisfatto per il buon esito di questo delicato intervento– ha aggiunto Stefano Michelagnoli, direttore del Dipartimento Aziendale Specialistiche chirurgiche. Questo progetto è innovativo, consente di ottenere una soluzione personalizzata per ogni paziente e di eseguire l’intervento in sicurezza valutando ogni aspetto prima di arrivare in sala operatoria con vantaggi sia per il paziente che per il professionista. Per la prima volta è stato applicato al Santo Stefano e contiamo di estenderlo anche ad altre specialistiche chirurgiche”.