25 Gennaio 2021

Utilizzavano gli ammortizzatori sociali per le imprese in crisi ma continuavano a far lavorare i dipendenti: denunciati i titolari di uno studio


Utilizzavano gli ammortizzatori sociali per le imprese in difficoltà con la scusa della crisi da Covid ma in realtà continuavano a far lavorare i propri dipendenti, in ufficio o da casa, pagandoli in modo regolare. E’ quanto accadeva in un centro di elaborazione dati di Prato e che la Guardia di Finanza ha scoperto e portato alla luce, denunciando i due soci dello studio (uno dei quali amministratore unico) per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.

Grazie all’esame della documentazione contabile, di migliaia di email e tabulati telefonici e con il ricorso a sopralluoghi e appostamenti, i finanzieri sono riusciti a geolocalizzare, giorno per giorno, gli spostamenti dei dipendenti e a controllare l’andamento dell’attività.

Attestando la sospensione dell’attività nella prima fase dell’emergenza Covid, i titolari del centro avevano richiesto l’accesso al FIS, il Fondo di Integrazione Salariale, uno strumento previsto dal 2016 ed erogato dall’Inps per sostenere determinate categorie economiche in caso di sospensione o riduzione del lavoro. Così facendo, i due soci avevano generato un credito di imposta – pari alle integrazioni previste e anticipate ai lavoratori – da utilizzare in compensazione di pregressi debiti maturati verso gli enti previdenziali.

Tuttavia dalle indagini è emerso che nel periodo coperto dall’intervento del Fondo ben 10 addetti dello studio continuavano a lavorare normalmente, ricevendo lo stipendio: nella loro busta paga, però, risultava un importo ridotto. E’ quindi scattata la denuncia per i due soci che di fatto percepivano risorse dei cittadini in modo irregolare.