Si va verso un rimpasto di giunta nelle prossime ore in Comune. Manca infatti solo l’ufficialità delle dimissioni dell’assessore al patrimonio e al turismo Lorenzo Marchi, il cui posto e deleghe verranno presi dal segretario del Pd, Gabriele Bosi.
Le trattative sul ruolo in giunta di Marchi andavano ormai avanti da settimane col sindaco Biffoni. Da un lato c’erano rapporti un po’ raffreddati fra il segretario regionale di Demos e la maggioranza Pd in Comune, dall’altro la richiesta del primo cittadino di una maggiore presenza da parte di Marchi in ogni singolo aspetto delle sue deleghe.
Alla fine il rappresentante di Demos ha comunicato a Biffoni l’intenzione di lasciare, visti gli incarichi politici e lavorativi che non gli avrebbero consentito una presenza a 360 gradi in Comune. Le dimissioni però avverranno, con ogni probabilità, solo domani perché l’ormai ex assessore ha chiesto di avere il tempo per confrontarsi con i vertici nazionali del partito.
A sostituire Marchi non sarà però un esponente di Democrazia Solidale, bensì uno degli uomini più vicini al sindaco e che ha avuto un ruolo importante nella rielezione: Gabriele Bosi. Una scelta che però non è andata giù alla componente zingarettiana del partito, che non ha nascosto i malumori. Non tanto per il nome di Bosi, quanto per la mancata condi-visione nella scelta.
A intervenire è una delle referenti provinciali dell’ala del Pd, la consigliera regionale Ilaria Bugetti. “Questa opzione non è stata condivisa ma solamente comunicata al gruppo degli zingarettiani – spiega Bugetti – Fatto salvo che il sindaco ha tutto il diritto di selezionare le persone che ritiene più idonee nelle diverse deleghe è altresì vero che la politica e il Pd dovrebbero dare un segnale di massima attenzione verso la rappresentanza di tutte le componenti e anime che lo sostengono” – aggiunge la consigliera regionale.
“Non vedo motivi per cui il nostro segretario provinciale (che è stato eletto prima dell’ultimo congresso nazionale, quindi in un momento politicamente diverso da quello attuale) – afferma Bugetti – dovrebbe dimettersi se non quello della naturale scadenza del suo secondo mandato, cosa che dovrebbe avvenire in autunno. Il rinnovamento e la tenuta del Partito Democratico, a tutti i livelli, passa sempre e comunque, a mio avviso, anche attraverso una reale condivisione dei metodi e delle politiche di scelta della propria classe dirigente».
Di fatto gli zingarettiani rivendicano la vittoria al congresso nazionale con oltre il 60% dei voti a Prato e la rielezione della stessa Bugetti nel ruolo di consigliera regionale, prevalendo, nel confronto interno al Partito Democratico, su Nicola Ciolini.
“Tutto questo credo abbia un significato nell’ottica di una ricomposizione dell’unità del partito dopo anni di “rottamazioni” spesso inopportune e ingiuste” – sottolinea Bugetti, che aggiunge: “Sarà mia cura nei prossimi giorni – specifica Bugetti – approfondire la questione all’interno della nostra area e insieme al sindaco Biffoni, con il metodo di condivisione che ci ha sempre contraddistinto” conclude la consigliera.
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