L’imprenditore pratese Riccardo Fusi è stato condannato a 5 anni e 10 mesi anche dalla Corte di Cassazione per il crac del Credito cooperativo fiorentino, la banca di cui fu presidente Denis Verdini. La posizione di Fusi era stata stralciata dal processo principale, nell’ambito del quale il 3 novembre 2020 è stato condannato a 6 anni Denis Verdini, per impedimento di uno dei suoi legali. I giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna inflitta a Fusi in appello e respinto il ricorso presentato dai suoi difensori, avvocati Manuele Ciappi e Fabio Lattanzi.
Secondo quanto spiegato dal suo difensore, avvocato Manuele Ciappi di Prato, con la condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi Fusi andrà in carcere. L’imprenditore, spiega sempre l’avvocato Ciappi, potrebbe costituirsi già nelle prossime ore. Per l’accusa, Riccardo Fusi avrebbe contribuito al crac del Ccf, stimato in 100 milioni di euro. Proprio nella società di costruzioni Btp, di Fusi e del socio Roberto Bartolomei, anche lui condannato in via definitiva, sarebbero confluiti numerosi finanziamenti da parte del Credito cooperativo, elargiti nonostante l’azienda fosse in dissesto. Nel corso dei tre gradi di giudizio i legali di Fusi hanno sempre contestato le accuse, negando che il costruttore avesse tratto vantaggi economici dal suo rapporto col Credito Cooperativo guidato da Denis Verdini, e precisando inoltre come la maggior parte dei finanziamenti fosse stata restituita.