Sono sempre di più le persone che in questo difficile momento di crisi legato alla pandemia si rivolgono ai centri di ascolto Caritas delle parrocchie di Prato per chiedere aiuto e conforto. Centri che devono da un lato far fronte ad un incremento di utenti, dall’altro alle difficoltà nel reperire risorse. È stato quindi deciso di destinare proprio a questi preziosi presidi territoriali l’Avvento di Fraternità 2020, la raccolta delle offerte che verrà fatta durante le messe nelle chiese della diocesi di Prato domenica 20 dicembre.
«Una scelta dettata dall’esigenza di andare incontro alle parrocchie – precisa Idalia Venco, co-direttore della Caritas di Prato -. Sappiamo, infatti, che nelle comunità parrocchiali ci sono meno risorse, ma le richieste di aiuto sono sempre tante. Quello che abbiamo notato è che le persone ora non hanno necessità esclusivamente di alimenti, ma soprattutto di un sostegno nel pagamento di utenze, farmaci o magari ticket sanitari». Ogni mese il centro d’ascolto diocesano di via del Seminario sostiene quaranta nuclei familiari aiutandoli a pagare spese come bollette e rate di affitto o mutuo per un totale di tremila euro, poi ci sono gli aiuti territoriali. «A Prato i centri Caritas parrocchiali sono 25 e tutti, pur nelle difficoltà dovute alla pandemia, hanno cercato di rispondere sempre alle richieste del territorio – spiega Claudia Santini, coordinatrice dei centri d’ascolto – c’è chi ha ricevuto le persone sulla porta, chi ha passato pacchi viveri dalla finestra, chi ha lavorato telefonicamente per non perdere contatto con gli assistiti».
Come detto sempre più persone si stanno rivolgendo alla Caritas, tra questi sono tanti i volti nuovi. «Proprio in questi giorni – racconta Idalia Venco – mi ha chiamato una donna anziana rimasta sola con un figlio disabile. Mi ha detto di non avere di che mangiare. Ci siamo subito organizzati per mandarle un pacco viveri e per capire come poterla aiutare. Sono richieste che sempre più si stanno presentando alla nostra attenzione». A questa signora è stata rilasciata la tessera dell’Emporio della Solidarietà, altra opera segno gestita dalla Caritas che in questi mesi ha visto incrementare del 30% le domande di accesso al servizio, arrivando a toccare il record di 1300 tessere attive in contemporanea.
Proprio per far fronte alle nuove e diffuse povertà causate dalla crisi economica derivata dalla pandemia la Chiesa di Prato ha promosso l’iniziativa del fondo del Buon Samaritano.
Lanciato nel mese di giugno, il progetto gestito dalla Caritas ha erogato oltre 131mila euro a 102 famiglie. Sono tutte richieste di aiuto nel pagamento di spese attualmente non sostenibili da persone rimaste senza lavoro. «Sono italiani e stranieri che prima dell’emergenza sanitaria avevano lavori stagionali in settori duramente colpiti come quello alberghiero o della ristorazione, oppure erano commessi nei centri commerciali. Perdendo capacità di reddito non riescono a sostenere la famiglia», conclude Idalia Venco.
Per contribuire al fondo del Buon Samaritano si può consultare il sito web della Diocesi di Prato e quello della Caritas diocesana.