11 Dicembre 2020

Multi-utility toscana, i sindaci Prestanti e Bongiorno contrari alla società aperta al mercato: “Gestione interamente pubblica”


Arrivano le prime posizioni contrarie dei sindaci al progetto di multiutility dei servizi lanciato dai primi cittadini di Prato, Firenze ed Empoli, con l’appoggio della Regione Toscana. In una nota congiunta, i sindaci di Cantagallo Guglielmo Bongiorno e di Carmignano Edoardo Prestanti esprimono tutte le loro perplessità sul progetto e pongono come condizione imprescindibile alla creazione della nuova maxi-società toscana dei servizi la proprietà e gestione interamente pubblica, laddove invece ieri Biffoni, Nardella, Barnini e Giani hanno annunciato una holding al 51% in mani pubbliche e per il resto aperta al mercato per reperire nuove risorse utili ad investimenti (leggi l’articolo).

“Siamo pronti a confrontarci sulla creazione di una multiutility che operi nella gestione dei servizi pubblici e ne cogliamo le potenzialità – scrivono Bongiorno e Prestanti – ma il presupposto imprescindibile è quello della proprietà e gestione unica e interamente pubblica. Negli anni sono emersi i numerosi limiti di una società mista pubblico/privata, che quindi non può essere considerata come l’opzione più idonea. Inoltre, questa scelta andrebbe ancora una volta in direzione opposta al referendum del 2011 sull’acqua pubblica.
Oggi più che mai, non è il solo profitto privato che dobbiamo tutelare, bensì il lavoro, l’ambiente e la qualità dei servizi offerti ai cittadini”.

“Siamo sempre più convinti – proseguono Bongiorno e Prestanti – che la stagione delle privatizzazioni dei servizi pubblici, beni comuni essenziali per la qualità della vita di ogni persona, deve finire. Questo modello ha dimostrato negli anni un peggioramento della qualità dei servizi pubblici, una spoliazione di asset fondamentali a fronte del solo aumento dei profitti privati. Il ruolo primario delle pubbliche amministrazioni è quello di tutelare i propri cittadini e di offrirgli il miglior servizio possibile in ogni ambito. Un bene fondamentale come l’acqua non può, e non deve, essere escluso dalla lista delle priorità in questo senso.
Viviamo in un tempo caratterizzato da una profonda crisi sociale ed economica: per questo crediamo che sia necessario impostare la struttura della nuova società sulla base di un modello economico pubblico innovativo, più attento ai principi etici di gestione dei beni comuni e non ancorato a vecchi modelli ormai superati.
Noi crediamo che solo la gestione interamente pubblica di energia, acqua e rifiuti sia in grado di garantire il massimo contenimento dei costi in bolletta, i maggiori investimenti nella rete idrica, nella raccolta differenziata, nelle politiche per la riduzione dei rifiuti e dell’utilizzo delle discariche, nella promozione di un‘impiantistica incentrata sull’economia circolare, per non parlare della difesa della risorsa acqua e dell’ambiente.
Ma obiettivi come questo sono realizzabili solo a condizione che siano sottratti ad ogni logica di mercato e di realizzazione di profitti privati. Il cittadino, non il profitto, dev’essere al primo posto affinché questo sistema possa svilupparsi in maniera positiva”.

I sindaci di Cantagallo e Carmignano contestano anche la necessità di attingere a capitali privati per reperire fondi da destinare a investimenti sulle reti e sull’impiantistica: “Siamo convinti che una grande società con capitale e patrimonio interamente pubblico, in uno scenario di mercato con tariffe regolate, non avrebbe problemi ad ottenere finanziamenti dal sistema bancario, necessari al funzionamento e alla crescita”.
“Infine – proseguono Bongiorno e Prestanti – un ruolo cruciale dovrà averlo la figura del sindaco, quale rappresentate della comunità e delle esigenze dei cittadini. Affinché il sistema proposto possa funzionare al meglio, diventa fondamentale garantire a tutti i sindaci, anche a quelli dei Comuni di piccole dimensioni, di avere un ruolo attivo e significativo nella governance aziendale e nelle decisioni strategiche da assumere”.

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