17 Dicembre 2020

Lavoro sicuro, la Regione stanzia 1,5 milioni per il triennio 2021-2023: rinnovato l’accordo con la Procura di Prato


La Regione Toscana investe 1,5 milioni di euro e rinnova il Piano Lavoro Sicuro per i prossimi 3 anni, fino al 31 dicembre 2023. La maggior parte delle nuove risorse (1,2 milioni) servirà a pagare i mediatori culturali che dovranno affiancare gli ispettori e il personale delle Procure nei controlli e nei successivi accertamenti. L’attività degli ispettori della Asl – che hanno verificato oltre 14.000 aziende cinesi a partire dal settembre 2014 – sarà rimodulata. I controlli saranno di meno: 1000 quelli preventivati sul territorio della Asl Toscana Centro per l’anno 2021 e lo spettro di verifica sarà esteso, portandolo ad un livello ordinario. Nella fase 1 (dal settembre 2014 al marzo 2017) sono state controllate in media 3200 imprese cinesi all’anno; nella fase due (fino al marzo 2019) si era scesi a 2400 ispezioni annue e nella fase 3 (dal 1 aprile 2019 al 31 dicembre 2019) la media era di 1330 aziende controllate in un anno.

Contestualmente allo stanziamento delle risorse, la Regione ha rinnovato il protocollo con la Procure di Prato, Pistoia, Firenze e con la Procura Generale presso la Corte di Appello di Firenze per continuare ad assicurare loro il personale amministrativo e i giovani del servizio civile, che già da anni supportano le ricadute giudiziarie delle attività ispettive.
Tra le azioni previste nel protocollo, ci sono anche quelle di valutare la realizzazione di un servizio di call center multilingua unico, con funzioni informative e di mediazione interculturale. La Regione si impegna inoltre a favorire la realizzazione di percorsi di accompagnamento per l’emersione e la promozione delle imprese.

Altri due protocolli simili, sono stati sottoscritti dalla Regione con le Procure competenti, rispettivamente per il controllo e la repressione delle frodi agroalimentari (nel distretto di Siena, Grosseto e Arezzo) e per proseguire il Piano straordinario per la sicurezza nella lavorazione del marmo nel distretto Apuo-Versiliese (Lucca e Massa).

I tre protocolli sono stati presentati stamani dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dal procuratore generale Marcello Viola.

“Prosegue e si sviluppa questa sinergia tra Regione e Procure – ha spiegato il presidente Eugenio Giani – perché ci siamo resi conto, proprio nella concretezza di questa esperienza, che grazie ad indagini puntuali e accurate è possibile individuare consuetudini che contravvengono alla necessaria tutela dell’igiene pubblica o modalità di lavoro illegali. Si fanno così emergere reati e al tempo stesso si svolge una fondamentale funzione di prevenzione, così da favorire il rispetto delle norme e della legalità. E’ una proficua collaborazione quella con la Procura – ha ribadito -, che ha già dato risultati evidenti e che ci auguriamo possa essere applicata e estesa anche ad altri contesti della nostra regione. Sono formule originali che fanno fare un salto di qualità al nostro livello di civiltà perché consentono di utilizzare personale qualificato grazie all’esperienza offerta dal lavoro appassionato di tanti procuratori e uomini di giustizia”.

“I risultati ottenuti ci hanno convinto della assoluta validità dl progetto che riguarda settori importanti per l’economia toscana dalla sicurezza sul lavoro alla repressione delle frodi in materia agroalimentare alla tutela ambientale – ha aggiunto il procuratore generale Marcello Viola – profili importanti per la tutela della salute del lavoratore, del consumatore e del territorio. Il supporto prezioso fornito dalla Regione, con l’arrivo di personale e di giovani che vengono a formarsi presso i nostri uffici, ci ha consentito di dare un sostegno importante alle Procure della Repubblica e alla Procura Generale per quello che  riguarda il coordinamento delle attività sul territorio, nella direzione dell’affermazione di un serio controllo della legalità, della prevenzione e eventualmente della repressione di illeciti, della emersione di realtà su situazioni anche complesse, come quella di Prato, dove alla individuazione di un illecito ne seguono altre in materia di illeciti fiscali o lavoro nero”.

“Il rinnovo del protocollo, che avevo sollecitato, vista la scadenza al 31 dicembre 2020 – commenta il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi – è una notizia estremamente positiva. I risultati di questo progetto sono sotto gli occhi di tutti. É un progetto nato e sviluppatosi per dare risposta alla particolarità di Prato. Mi sono battuto per rinnovare questo protocollo e devo dire che ho trovato la sensibilità di tutti in Regione, dal presidente Eugenio Giani, al dottor Berti e al dottor Morello, che hanno condiviso l’opportunità di dare continuità a questa esperienza”.