Sono due i comunicatori toscani 2020: Francesca Sivieri, maestra elementare a Prato, e Fuad Aziz, artista toscano di adozione. Il riconoscimento del Corecom Toscana, giunto alla quarta edizione, è stato consegnato quest’anno a due persone che, durante il lockdown, hanno realizzato azioni semplici, ma comunicativamente potenti, di attenzione verso il mondo dell’infanzia, il grande dimenticato di quest’anno pandemico.
“Il riconoscimento ad Aziz e Sivieri nell’anno del Covid ha per il Corecom un significato particolare – ha spiegato il presidente del Corecom, Enzo Brogi, durante la cerimonia che si è tenuta in streaming – e vuole essere un segno di gratitudine a due persone che, partendo da azioni concrete ma simboliche, hanno dimostrato attenzione e vicinanza al mondo dell’infanzia”. “Fuad – ha detto Brogi – con i suoi laboratori d’arte online e Francesca con le sue lezioni nei prati hanno messo al centro i bambini, i loro bisogni e desideri, in un periodo in cui sembravano rimossi dal discorso pubblico. Quello di oggi è dunque un riconoscimento che va a loro ma, più in generale, a tutto l’universo infantile e adolescenziale e al mondo della scuola e della formazione, che in questi mesi difficili ha dimostrato senso di responsabilità e ha pagato un prezzo molto alto, con la chiusura delle scuole e l’isolamento”.
“Un riconoscimento che va dritto al cuore – ha detto Francesca Sivieri – e che dedico ai bambini e alle loro famiglie. Questa iniziativa è stata un modo per mettermi al servizio di chi ne aveva bisogno e per dare voce ai più piccoli”.
“Grazie per questo prezioso riconoscimento – ha commentato Fuad Aziz -. Noi adulti abbiamo il dovere di creare occasioni per avvicinare i piccoli all’arte e alla poesia, stimolare la fantasia attraverso storie e immagini”.
Nel suo intervento, Camilla Bianchi, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Toscana, si è soffermata sull’importanza di un’iniziativa che, “attraverso il mondo della comunicazione, esalta valori fondamentali del vivere sociale, etico e culturale, e il senso del loro doveroso rispetto”. “Mi fa piacere – ha aggiunto Bianchi – che il riconoscimento sia assegnato a due persone per l’impegno e il senso di responsabilità autentico profusi nei confronti di bambini, dei quali hanno cercato di prendersi cura e ai quali hanno cercato di dare ascolto in un momento drammatico. Voglio dire grazie ai ragazzi – ha concluso – per essere stati eroi silenziosi in un’epoca inedita, in cui sono stati privati degli abbracci, degli amici, della libertà di poter essere se stessi, del gioco, della scuola; ai bambini i cui diritti sono stati pressoché dimenticati; ai piccoli che ci attestano, nel loro silenzio, forza coraggio e speranza”.
Parole di apprezzamento per i due comunicatori anche da Mauro Speraggi, della casa editrice ‘Artebambini’, che li ha definiti “protagonisti del mondo dell’infanzia e dei luoghi dell’educare”, e da Gianfranco Staccioli, docente di pedagogia all’Università di Firenze.
Il presidente Brogi ha poi introdotto il premio alla migliore tesi in comunicazione discussa nell’ultimo anno in uno degli atenei della Toscana. Il premio di 4mila euro, quest’anno è stato assegnato a due tesi: a Matilde Tognaccini (Università di Firenze), con la tesi “E se l’umorismo fosse una cosa seria?”, e a Giulia Vencato (Università di Siena), con la tesi “Media education”. La tesi di Tognaccini è una ricerca sugli internet meme e il sessismo. “Questa tesi – legge Brogi nella motivazione del premio – affronta un tema di ricerca originale e molto attuale in modo impeccabile, lavorando sulla stratificazione concettuale che viene operata sui meme. Il quadro teorico è solido, costruito anche su letteratura straniera. La qualità e la profondità di questa tesi la rendono un pregevole studio anche dal punto di vista della pubblicazione. Particolarmente interessanti risultano la ricostruzione che fa dei precedenti culturali del meme su Internet e la metodologia adottata”. La tesi di Vencato è, invece, “uno sguardo etnografico al modello estone“ e riceve il premio perché “rappresenta un lavoro di grande qualità, accurato e approfondito, che analizza la buona pratica dell’Estonia nel campo della Media Education, con una ricerca sul campo che ha visto la collaborazione di accademici locali coinvolti nel processo di innovazione culturale del Paese. Il lavoro è originale e sonda un territorio ancora poco esplorato, producendo materiali utili per innescare una riflessione, anche pratica, sull’argomento della Media education nel nostro Paese”.
A concludere, l’intervento del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo che ha ringraziato Brogi “per essere riuscito a mettere in campo una serie di iniziative che dalla nostra storia, valori e tradizioni ci traghettano verso il futuro. La mia idea della Toscana parte dal nostro simbolo, il Pegaso alato, che con le sue gambe è nella storia, nei valori dell’antifascismo e nella tradizione, ma ha anche le ali che ci portano verso il futuro”. Mazzeo ha rivolto un grazie “a Francesca e Fuad, due comunicatori dal linguaggio semplice, due persone che tengono viva la cultura. Francesca è il simbolo di tutti i maestri che in questi mesi si sono sforzati di cambiare il loro modo di insegnare, per comunicare meglio ai loro ragazzi. Fuad ha costruito un laboratorio per comunicare la propria conoscenza dell’arte attraverso la quale si può cercare la bellezza”. Mazzeo ha ringraziato anche Matilde e Giulia che “stanno approfondendo e anche innovando il modo di comunicare”. “Due le considerazioni finali – ha terminato il presidente – la prima è che la bontà e l’utilità del mezzo dipendono dalla testa e dal cuore di chi lo usa; la seconda è che la scuola, l’insegnamento e l’apprendimento non dovrebbero mai fermarsi perché tutti sappiamo che tra gli effetti della pandemia non c’è solo la crisi economica e materiale ma anche quella culturale.”