Prato metta da parte la sindrome di Cenerentola e l’individualismo, ”una benedizione negli anni del boom economico”, ma che “oggi risulta assolutamente letale ogni volta che vi sarebbe bisogno di trovare delle soluzioni comuni”. L’appello, in una lettera aperta alla città e al distretto, è del parlamentare pratese di Cambiamo Giorgio Silli, la cui riflessione prende spunto dalle polemiche sul finanziamento da 15 milioni di euro, in tre anni, concesso all’Unione industriale di Biella, secondo quanto previsto da un emendamento alla manovra finanziaria in discussione in Parlamento.
L’esclusione di analoghi finanziamenti per il distretto pratese ha suscitato polemiche in città, ma Silli invita tutti a guardare a quanto, negli anni recenti e nella stessa manovra in discussione, sia stato ottenuto a favore dell’economia locale e del suo distretto.
Secondo il deputato di Cambiamo, “soldi a disposizione ce ne sono molti, vanno richiesti e bisogna essere bravi ad intercettarli attraverso i relativi bandi. Inutile cercare sempre un capro espiatorio per i problemi che ha il nostro distretto; la realtà è che Prato ha due nemici giurati: la globalizzazione ed il mercato che ne è scaturito. Chi pensa che si possa tornare alla Prato degli anni ’80 solo attraverso progetti o fondi ministeriali sa bene di mentire a se stesso” afferma Silli. Di seguito la sua lettera-aperta integrale.
Da un paio di giorni, partecipando il meno possibile al dibattito sulla stampa, sto riflettendo su quanto accaduto nelle ore in cui, in parlamento, stavamo votando per la legge di bilancio. Ho riflettuto su una piccola cosa che ha fatto esplodere una sorta di affare di stato nel nostro distretto, costringendo tutta la nostra classe dirigente a correre ai ripari e ad armarsi di carta e penna per fare interventi tardivi o per sottolineare la propria estraneita’ o ‘’non colpa’’ per quanto accaduto.
Il tutto non riconoscendo o non ricordando quanto di buono invece e’ stato fatto, piaccia o non piaccia, da tutta questa classe dirigente; magari in modo poco coordinato ma abbiamo tutti portato a casa dei risultati per il distretto : le categorie economiche, gli industriali, gli artigiani, i sindacati, il sindaco, i parlamentari, la politica locale, gli ordini professionali ecc.
5 miseri milioni a Biella, annui, per 3 anni hanno fatto emergere in maniera chiarissima quanto la nostra citta’, il nostro distretto sia grande, quanto la nostra classe dirigente sia preparata, ma quanto siamo ammalati della sindrome della Cenerentola.
Abbiamo ottenuto tanto in questi anni, abbiamo disegnato degli obiettivi da raggiungere, abbiamo creato i presupposti affinche’ le aziende pratesi, fra le altre, possano richiedere ed ottenere fondi per lo sviluppo, la ricerca, l’economia circolare, per abbattere l’obsolescenza dei magazzini e molto altro. Grazie alla collaborazione di tutti in questa legge di bilancio sono state costruite ed approvate norme che, se usate nel modo giusto, non potranno che fare bene a Prato : agevolazioni per aggregazioni fra aziende, un mio ordine del giorno che impegna il governo a includere nei decreti ristori i cernitori di stracci, migliorie per la nuova Sabatini ed altre norme simili, il ‘’fondo per le aziende creative’’ che va ad aggiungersi al ‘’Bonus Moda’’ per il periodo covid (finanziato solo per 45 milioni e che stiamo cercando di fare rifinanziare per 300) e molto altro. Il tutto oltre a fondi ed incentivi per tutta l’imprenditoria gia’ esistenti ed erogabili attraverso il ministero dello sviluppo economico, dell’ambiente o attraverso Simest o Invitalia.
Qualche settimana fa, con il sindaco, abbiamo incontrato 2 alti funzionari del mise con i quali stavamo valutando, fra le altre cose, la possibilita’ di aprire uno sportello ministeriale per accompagnare gli imprenditori nella richiesta degli incentivi, a Prato. E’ dura cercare di fare le cose in maniera trasversale senza avere la possibilita’ di metterci il cappello politico ‘’di parte’’ ma in questo momento il distretto ha bisogno anche di questo. Bene ha fatto Biffoni a chiamare il ministro Gualtieri; avrei potuto fare lo stesso se il governo fosse stato supportato dalla mia parte politica.
Ricordo che lo scorso anno ebbi a proporre un finanziamento da 20 milioni di euro (di cui 6 a fondo perduto) per salvare l’anello di filiera della filatura cardata che ha ormai impianti obsoleti, alcuni addirittura di fine anni ’60. Non se ne fece di nulla perche’ vi sarebbe stata la necessita’ di mettere d’accordo almeno 10 filature. Purtroppo quando si tratta di fare squadra davvero qualcosa si inceppa; l’individualismo, che e’ stato una benedizione negli anni del boom economico, oggi risulta assolutamente letale ogni volta che vi sarebbe bisogno di trovare delle soluzioni comuni.
Inutile dire che sono stato un po’ infastidito da molte reazioni a caldo riguardo al piccolo finanziamento concesso a Biella. 5 milioni, spesso, sono fondi che una singola azienda riesce ad ottenere partecipando a qualche bando (una ramosa nuova, giusto per fare un esempio, puo’ arrivare a costare, in opera, 1 milione). Di sicuro ha giocato un ruolo fondamentale il nostro orgoglio pratese che non ha sopportato vedere in un titolo di giornale la parola ‘’Biella’’ come se fosse un acerrimo nemico (cosa che non e’; siamo strutturalmente diversi da Biella, facciamo prodotti diversi, non siamo sempre in concorrenza diretta).
Soldi a disposizione ce ne sono molti, vanno richiesti e bisogna essere bravi ad intercettarli attraverso i relativi bandi. Inutile cercare sempre un capro espiatorio per i problemi che ha il nostro distretto; la realta’ e’ che Prato ha due nemici giurati: la globalizzazione ed il mercato che ne e’ scaturito. Chi pensa che si possa tornare alla Prato degli anni ’80 solo attraverso progetti o fondi ministeriali sa bene di mentire a se stesso.
Esorto tutti coloro che hanno partecipato al dibattito in questi giorni a leggere il testo della legge di bilancio (scommetto che l’hanno fatto in pochissimi); li’ dentro ci sono strumenti utili alla sopravvivenza e al rilancio ma il resto deve venire da noi come e’ sempre successo anche in anni piu’ grigi e difficili di questo.
Giorgio Silli