“Scongiurare il lockdown a Natale per preservare la qualità della vita di tutti. A rischio non è solo la tenuta economica di imprese e territori ma, prima di tutto, la nostra stessa quotidianità”. È con questo appello che Confcommercio apre la propria riflessione sui provvedimenti contenuti nel DPCM del 18 Ottobre e sugli scenari che si stanno delineando.
Di seguito l’intervento integrale di Confcommercio:
“Le decisioni prese dal Governo ci rimandano purtroppo a immagini di un film già visto. Le sempre più stingenti restrizioni introdotte, accompagnate da modalità comunicative che tendono a promuovere maggiori limitazioni, ci portano a un solo punto di caduta: un nuovo e temuto lockdown che andrebbe a coinvolgere uno dei periodi commercialmente più importanti dell’anno, il Natale. Lo diciamo guardando al passato e con l’attenzione rivolta a cosa sta succedendo nel resto d’Europa, oltre alle ordinanze che stanno emanando alcune Regioni italiane. E il lockdown è un epilogo che dobbiamo assolutamente evitare. Dobbiamo agire adesso e mettere in campo ogni azione possibile per tenere in vita le imprese, l’economia e le comunità dei nostri territori.
Ci viene chiesto da mesi di fare sacrifici e in particolare viene chiesto alle nostre categorie che non si sono mai tirate indietro. Hanno adottato i protocolli di sicurezza, hanno seguito le regole imposte e continuano tuttora a farlo, reinventandosi costantemente e stringendo i denti. Ma questa non è una soluzione che può durare per sempre.
Innanzitutto perché non possono essere adottati due pesi e due misure, colpevolizzando un settore piuttosto che un altro. Inoltre servono norme e indicazioni chiare a cui attenersi, dietro alle quali possiamo tutti sentirci liberi e sicuri nel fare ciò che è concesso. Questo, però, è possibile solo se affiancato a un efficiente sistema di controllo che, fino ad ora, non è stato messo in atto. Qua non stiamo più parlando di sacrifici ma di minare la stessa sopravvivenza di tante micro, piccole e medie imprese che costituiscono la linfa vitale di città e paesi.
È illogico il comportamento adottato dal Governo che, mentre introduce regole per scongiurare la chiusura totale, chiede ai cittadini di limitare ogni azione, con la naturale e pericolosissima conseguenza di insinuare un lockdown psicologico che sarebbe tanto deleterio quanto quello fisico.
E cosa troveremo intorno a noi quando la pandemia sarà sconfitta?
Quale sarà domani la nostra qualità della vita, della nostra quotidianità?
Riusciremo a preservare le nostre comunità e i nostri luoghi di ritrovo o avremo a che fare con un sistema economico non più in grado di sostenere la spesa pubblica per i servizi essenziali?
La storia ci insegna che il virus sarà sconfitto e che è indispensabile saper guardare al futuro anche in questa fase d’incertezze.
Ma la vera sfida oggi diventa capire come saremo in grado di uscirne.
L’unico modo è una chiamata generale alla responsabilità, individuale e collettiva, da parte di cittadini e imprenditori. Servono nervi saldi per non scongiurare una crisi economica, ma prima ancora sociale, senza precedenti. E servono sostegni per le imprese e i settori a cui sono imposte maggiori restrizioni, in misura paritaria ai sacrifici imposti.
Per questo ci appelliamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni: facciamo il possibile per non arrivare a un lockdown.
Rispettiamo le regole ma lavoriamo tutti dalla stessa parte per poter realmente ritrovare un futuro post-Covid”.