La Diocesi di Prato si dota di un servizio di ascolto per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Sul sito web diocesiprato.it è stato attivato uno sportello telematico attraverso il quale sarà possibile inviare segnalazioni e denunce direttamente, e nel pieno rispetto della riservatezza, al referente diocesano nominato dal vescovo Giovanni Nerbini.
La Chiesa di Prato attua così le indicazioni della Conferenza episcopale italiana che ha chiesto a ogni diocesi di individuare una persona esperta in questo campo che avrà il compito di collaborare con il Vescovo nell’adempimento delle sue responsabilità pastorali in materia di tutela dei minori e, in particolare, si occuperà dell’ascolto delle segnalazioni e dell’accompagnamento delle vittime di abusi sessuali o psicologici. Si tratta di una figura preparata professionalmente a gestire questa particolare tipologia di situazioni e capace di poter interagire con delicatezza e competenza con chiunque ne faccia richiesta.
«Attuiamo questo adempimento riconoscendo l’importanza e la necessità di avere uno strumento che ci permetta di poter intervenire per garantire la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili in caso di abusi», commenta il vescovo Giovanni Nerbini. Il primo atteggiamento messo in atto dalla diocesi di Prato è dunque quello dell’ascolto attraverso una persona dedicata, incaricata non solo di raccogliere segnalazioni ma anche di sostenere e accompagnare fin da subito eventuali richieste di aiuto.
I modi per inviare una segnalazione sono due, entrambi telematici: sul sito web della diocesi è stata aperta una pagina dedicata al servizio contenente un form nel quale è possibile scrivere un messaggio che sarà inviato al referente del servizio. Oppure si può mandare un messaggio via email all’indirizzo: tutela.minori@diocesiprato.it. Anche in questo caso soltanto il referente potrà leggere la posta elettronica con le segnalazioni.
L’apertura del servizio si intreccia con la volontà di monsignor Nerbini e della diocesi di introdurre nelle parrocchie e nei gruppi appartenenti alla comunità ecclesiale una attenzione specifica alla tutela dei minori e, più in generale, di proporre percorsi rivolti a giovani, educatori e genitori sull’affettività e la sessualità.