15 Settembre 2020

Scuola, studenti cinesi assenti anche alle superiori. Puggelli: “Saremo inflessibili”


Solo al Dagomari sono più di 60, ma anche il Gramsci-Keynes e il Datini ne hanno una decina per uno, per non parlare degli istituti comprensivi: sono gli studenti di nazionalità cinese assenti in questa fase di riavvio della scuola. Ragazzi le cui famiglie sono così intimorite dall’eventualità di un contagio da decidere di ritardare il ritorno dei figli a lezione.
Gli istituti citati sono quelli che registrano una maggiore presenza di studenti cinesi. L’unico risparmiato per ora sembra il liceo linguistico Livi, alle porte del Macrolotto zero: la dirigente Mariagrazia Ciambellotti, interpellata al telefono, parla di una sola assenza e per motivi di salute. La questione riguarda anche le paritarie: tra primaria e secondaria di primo grado del Convitto Cicognini il tasso di assenza dei bambini cinesi è pari al 30% rispetto alla popolazione studentesca straniera. Solo 14 le motivazioni arrivate per iscritto dalla famiglie alla dirigente Giovanna Nunziata tra “motivi di viaggio in Cina” e “fine quarantena” e “motivi personali”; la stessa dirigente ha affermato che nei prossimi giorni provvederà a contattare i genitori degli altri studenti assenti. “Invito tutte le famiglie a fidarsi del grande lavoro fatto dalle istituzioni sul fronte della sicurezza a scuola e, per chi non si fida, ricordo che l’obbligo scolastico vige fino a 16 anni e su questo saremo inflessibili”, ha dichiarato il presidente della provincia Francesco Puggelli.
Al Dagomari il numero dei cinesi assenti è alto e la dirigente Maria Gabriella Fabbri spiega che sarebbe stato ancora più alto, se il consiglio d’istituto non avesse introdotto nel regolamento della scuola la mascherina obbligatoria per tutti, anche una volta seduti al proprio banco. Scelta in controtendenza rispetto alle altre scuole della provincia e alle stesse indicazioni del Ministero, ma che la preside asserisce avere rassicurato le famiglie orientali.