La pandemia è un bivio, doloroso, per imparare a essere più umani. Il Covid ci sta dando lezioni quotidiane che stanno cambiando anche la politica: il rigore è un termine superato mentre la crescita non può più essere la parola d’ordine del futuro se non è accompagnata dalla promozione dell’uguaglianza. Utopie? Mica tanto. Sono state parole convinte quelle usate dal presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, e da padre Guidalberto Bormolini sabato sera all’apertura della tappa pratese della quinta edizione del Festival Economia e spiritualità. Un confronto sincero e a tutto campo per guardare al futuro. Ha aperto i lavori il saluto del sindaco Matteo Biffoni, sono intervenuti Ilaria Bugetti in qualità di Portavoce per i fondi di coesione presso il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa, Vannino Chiti e Rosa De Pasquale.
“L’Europa deve continuare a essere, come ha ricordato il presidente Mattarella, il motore della costruzione del futuro”, ha affermato con determinazione Sassoli. E se per Biffoni il rinascimento post Covid,, con l’utilizzo delle risorse Ue, deve partire da Comuni e dai territori, per il presidente del Parlamento europeo “è necessario pensare al futuro, alle nuove generazioni a cui dobbiamo lasciare, non solo debiti, anche opportunità che si creano solo investendo di più”.
“Il Covid ci sta dando delle lezioni quotidiane, anche il mondo politico sta cambiando – ha affermato Sassoli – Non si sente più la parola rigore e anche la parola crescita suona male se non accompagnata da uguaglianza. Abbiamo imparato che i fenomeni globali possono entrarci in casa senza bussare, quelli sanitari più di tutti. Dobbiamo ripensare il nostro modo di vivere e anche di vivere la democrazia, senza rinunciare ai nostri valori”.
“L’impatto con la pandemia ha messo in crisi le nostre pretese di invulnerabilità – ha sostenuto padre Bormolini che del Festival è direttore con Francesco Poggi – È successo qualcosa che ha sconvolto il mondo: la pandemia è un bivio, possiamo scegliere di essere più umani oppure no. È possiamo farlo solo tutti insieme, remando insieme sulla stessa barca come dice Papa Francesco. Il bene o è di tutti o non è., non dobbiamo tornare al torpore di prima.
Ilaria Bugetti ha sottolineato che “il ruolo delle regioni e anche dei comuni è stato fondamentale nel fare barriera contro il dilagare delle fragilità”. “Non dobbiamo però pensare a tornare a come eravamo prima perché ci rassicura– ha affermato – Dobbiamo avere il coraggio di cambiare il modello, i soldi ci sono e ci saranno, si tratta di puntare sulle politiche di coesione e sulla logica della solidarietà”.
Per Vannino Chiti “le nostre fragilità c’erano anche prima, sono solo diventate più evidenti. “Quali sono? Le diversità, fra chi ha il lavoro e chi no, la casa, l’istruzione è la salute. E poi l’invecchiamento e la solitudine. Non si può rinunciare al recovery fund che va ratificato, ma bisogna cominciare a lavorarci da subito. L’Europa è presente e futuro, dobbiamo far crescere cittadinanza europea”, ha affermato Chiti.
Il festival prosegue adesso tra le due sedi di Prato e Lucca. Non siamo soli è il tema dell’incontro con il cantautore Giovanni Caccamo, in programma a Prato per giovedì 10 settembre a Officina Giovani (ore 21). Introduce monsignor Giovanni Nerbini, vescovo di Prato. Giovanni Caccamo, riflette su ricerca musicale e ricerca spirituale. Conclude padre Guidalberto Bormolini. L’ingresso è libero, è fortemente consigliata la prenotazione.
La lotta tra il bene e il male nei tempi della pandemia è al centro del dialogo con il maestro del cinema Pupi Avati previsto per il 19 settembre a Lucca (ore 21), presso l’auditorium San Romano. Aprono i saluti di Alessandro Tambellini, sindaco di Lucca.
Tutti gli incontri si tengono nel rispetto delle norme anti-contagio da Covid-19. È importante che ognuno si presenti con la propria mascherina. E’ molto gradita la preiscrizione (verrà data priorità a chi si è registrato). Per informazioni: info@tuttovita.it