“Settembre, Prato è spettacolo” slitta al 2021 a causa dell’emergenza Coronavirus: quest’anno “edizione limitata” del festival VIDEO
“Settembre, Prato è spettacolo” slitta al 2021 a causa dell’emergenza Coronavirus. Le linee guida delle attività di spettacolo che limitano a mille persone la platea di spettatori, nonché i posticipi dei tour dei maggiori artisti nazionali e internazionali non consentono di realizzare e rendere sostenibili le iniziative che sarebbero state in programma in Piazza Duomo a Prato. Da qui la decisione del Comune di Prato e di Fonderia Cultart, organizzatori dell’evento, di rinviare l’edizione 2020 annunciata nel gennaio scorso.
Pertanto i due concerti già comunicati prima dell’emergenza Covid-19, sono rinviati al 2021: Wolfmother e Hardcore Superstar a domenica 29 agosto 2021, mentre Willie Peyote al 2 settembre 2021. I biglietti già acquistati saranno validi per le nuove date. Gli artisti che la direzione del Festival non aveva ancora annunciato per il 2020 a causa dell’emergenza sanitaria lo saranno nelle prossime settimane con le date dell’edizione 2021.
Fonderia Cultart, insieme ai partner del festival, parallelamente agli eventi che caratterizzeranno l’edizione del 2021, sta elaborando un calendario di iniziative che sarà realizzato già nel corso di quest’estate che, anche se non potrà accogliere migliaia di partecipanti, ha lo scopo di mantenere viva l’attenzione sulla musica e lo spettacolo, in attesa di rivedere l’edizione completa del festival nel 2021. Tra le location ci sarà anche il chiostro di San Domenico.
“Lavoreremo fin da subito – dichiara l’assessore alla cultura del Comune di Prato, Simone Mangani – assieme a Fonderia Cultart, affinché l’edizione 2021 sia ancora migliore di quella del 2019. Spiace tantissimo dover rinviare di un anno, soprattutto per le tante, tante persone che lavorano per il festival e con il festival. Ma questo è solo un arrivederci.”
“Il nostro primo pensiero – afferma Francesco Fantauzzi, direttore del festival – va innanzitutto a tutti i collaboratori, le maestranze, i tecnici, i musicisti, gli addetti che, con il posticipo della manifestazione così come era concepita, si trovano senza questa opportunità di lavoro. Siamo inoltre dispiaciuti all’idea che Prato non potrà contare sull’indotto che il Festival avrebbe creato in città in continuità con le precedenti edizioni: ci mancheranno le 35 mila persone che avrebbero potuto animare le vie del centro storico, i pubblici esercizi, le strutture alberghiere o i musei. Infine, cosa ancora più importante, ci spiace non poter consentire agli spettatori, la bellezza di poter rivivere il clima di un live di piazza. La decisione è stata sofferta, al punto che abbiamo tentato fino all’ultimo di capire se avremmo potuto scegliere diversamente. Adesso lavoriamo su un doppio binario: elaborare una proposta più leggera e compatibile con le misure anticontagio per quest’estate, e completare la line-up dell’edizione che si svolgerà nel 2021 e su cui concentriamo la ripartenza del Festival con la collaborazione del Comune di Prato”.