“L’attenzione verso il Tribunale resta sempre alta, così come l’impegno dell’Amministrazione nel sollecitare il Governo perché intervenga nell’integrare la pianta organica del personale amministrativo, tuttora carente, in una realtà che ha un numero di procedimenti sempre crescente”. Il sindaco Matteo Biffoni (nella foto di archivio, assieme al procuratore Nicolosi e al presidente del Tribunale Gratteri), interviene sulla grave e cronica carenza del Tribunale di Prato, ignorata dal decreto rilancio che ha previsto rinforzi per altre sedi giudiziarie italiane (leggi l’articolo).
“Non ho remore a dichiarare che nessun Governo, di nessun colore politico, ha dato risposte efficaci per il Tribunale di Prato che insiste su un territorio dove l’impegno della Procura, delle forze dell’ordine e delle istituzioni è incentrata al contrasto dell’illegalità – afferma il sindaco Biffoni -, che rivendica l’impegno “sin dal primo mandato, per chiedere maggiore attenzione verso il Palazzo di giustizia da parte degli organi competenti”.
“Da parte nostra facciamo tutto il possibile – ricorda Biffoni -. Il Comune di Prato fornisce proprio personale, in particolare agenti della Polizia Municipale, per assistere e coadiuvare il lavoro degli Uffici Giudiziari. Inoltre nell’ambito del Piano straordinario per Prato sicura, la Regione ha assegnato in comando alla Procura 6 unità con funzioni di personale amministrativo, cancellieri e assistenti giudiziari. Ma tutto questo ovviamente non è sufficiente, serve un intervento strutturale da parte del Ministero della Giustizia”.
Attualmente risultano in servizio al Tribunale di Prato 14 dipendenti del Comune di Prato, tra cui 3 ufficiali e 11 agenti di polizia municipale dei quali due svolgono servizio di segreteria presso la Procura, due presso gli uffici del GIP ed uno presso l’ufficio dibattimento; altri sei si occupano di assistenza Pm per i fascicoli di indagine.
Già nel 2016 l’allora Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini riconobbe che la situazione del Tribunale di Prato era talmente eccezionale da richiedere una forte iniziativa di sollecitazione per risolvere i problemi relativi alla carenza di mezzi e persone, tanto che fu dichiarata sede disagiata per facilitare l’arrivo di personale. Nonostante ciò il Tribunale di Prato è ancora carente di personale.
“E’ fondamentale che quanto prima l’attività del Palazzo di Giustizia riprenda a pieno ritmo come nel periodo precedente il lockdown e che il Ministero inter-venga sulla pianta organica incrementando il personale amministrativo” conclude Biffoni.
Sulla vicenda interviene anche il consigliere regionale del Pd Nicola Ciolini: “Le problematiche di organico del tribunale di Prato sono purtroppo note da tempo. Prima di tutto la Regione dovrà assicurare anche per i prossimi anni le 6 unità del personale amministrativo che già ha assegnato in comando alla Procura nell’ambito del “Piano straordinario per Prato sicura”. Non solo. Chiederò all’attuale giunta e a chi si insedierà dopo le elezioni di settembre un impegno formale affinché venga rinnovato il sostegno a tribunale e Procura”. Ciolini ha poi ribadito che chiederà l’apertura di un confronto “Per poter allargare ulteriormente le maglie di questa collaborazione e per capire effettivamente quante persone in più potrebbero essere messe a disposizione del tribunale pratese e in quali ruoli, a seconda delle esigenze più stringenti della struttura – prosegue Ciolini -. La legge che abbiamo approvato pochi mesi fa sul lavoro sicuro è un utile strumento per poter raggiungere questo obiettivo. Accanto all’impegno della Regione, che resta importante, serve anche una presa di posizione da parte del Governo, altrimenti il tribunale di Prato rimarrà sempre e comunque in forte difficoltà di organico, con conseguenti ed inevitabili ripercussioni sul normale svolgimento delle attività. Disagi che, a cascata, finiscono anche sulle spalle dei singoli cittadini”.
La consigliera regionale del Pd Ilaria Bugetti spiega che “Sulle gravi carenze d’organico del palazzo di giustizia pratese la Regione Toscana ha già ipotizzato alcune azioni concrete. La legge regionale n. 28 del 2019 – spiega la consigliera – definisce le forme di collaborazione interistituzionale in tema di sicurezza e cultura della legalità e prevede di rafforzare l’operatività amministrativa degli uffici giudiziari toscani distaccando personale della Regione e dei suoi enti, compreso il servizio sanitario regionale, nelle procure e nei tribunali, oltre che assegnare a tali uffici i giovani del servizio civile”. La consigliera ribadisce di avere già in agenda “interventi che mirino a promuovere l’immissione di forza lavoro nel palazzo di giustizia pratese, ferma restando la necessità di coinvolgere il Ministero della Giustizia per le assegnazioni di personale specializzato, così come annunciato nella conversione in legge del Decreto Rilancio”.