17 Giugno 2020

Il governatore Rossi indagato per la gara del Tpl: “Accuse ridicole e infamanti”


Il governatore toscano Enrico Rossi è indagato a Firenze per la gara regionale per il tpl, bando da 4 miliardi per 11 anni. Accuse “infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori” scrive Rossi oggi su Fb, facendo riferimento all’esposto “fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara” e che mette “sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità”. La notizia del coinvolgimento di Rossi è pubblicata oggi dai quotidiani.

La gara per il trasporto pubblico su gomma è stata vinta da Autolinee Toscane (gruppo francese Ratp), battuta Mobit, consorzio di imprese toscane. Con Rossi 7 gli indagati. Le accuse ipotizzate a vario titolo falso, abuso di ufficio, turbativa d’asta, induzione a promettere o dare utilità. L’avviso di garanzia a Rossi sarebbe stato notificato ieri in vista della consulenza sul materiale sequestrato in Regione e presso At.

 

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“A volte, ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti.  Mi era già accaduto per la realizzazione dei quattro nuovi e moderni ospedali di Massa, Lucca, Pistoia e Prato, che hanno contribuito in modo determinante a gestire bene in Toscana la lotta contro il Coronavirus. Ora è capitato nuovamente a causa di un esposto fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara regionale per il trasporto pubblico locale su gomma” si legge nel lungo post pubblicato su Facebook. “Questa associazione di imprese non solo ha strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi, facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio ma, come ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure, ha fatto anche un esposto alla procura mettendo sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità” aggiunge Rossi.

 

Secondo quanto appreso, l’accusa contestata a Rossi dalla procura di Firenze sarebbe turbativa d’asta, in relazione a un’intervista rilasciata dal governatore della Toscana nel novembre del 2015, nella quale commentava l’aggiudicazione ad Autolinee nonostante la gara non fosse ancora terminata.

 

“Le accuse sono infamanti e ridicole – continua Rossi -. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni.
Per quanto mi riguarda l’accusa è di avere rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale.
In realtà, coloro che hanno presentato l’esposto nascondono il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio e che la stampa e le agenzie nazionali l’avevano ampiamente riportata, poiché la seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato.
La cosa più vergognosa e triste di questa vicenda è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio di trasporto pubblico locale, provocando un danno alle casse regionale di due milioni di euro per ogni mese, e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi” conclude il governatore nel lungo post.