Montemurlo, nonostante il virus, celebra la Festa della Repubblica. Una cerimonia in forma ristretta, in osservanza delle norme anti-Covid, con le mascherine tricolore donate dall’azienda Synthesys, segno di appartenenza e orgoglio nazionale in un difficile momento di ripartenza: «La festa della Repubblica ci ricorda l’importanza e la fierezza di essere italiani e ci spinge a fare ciascuno la nostra parte per il bene comune». Il sindaco Simone Calamai nel suo discorso, trasmesso in diretta Facebook sulla pagina del Comune, ricorda tutti. Dedica un pensiero ai quattro montemurlesi vittime del Coronavirus, ricorda il personale sanitario impegnato nella lotta al virus e in particolare i medici di famiglia. Ricorda l’impegno dei volontari, di chi non si è mai fermato per far andare avanti i servizi essenziali e di chi invece si è dovuto fermare (gli imprenditori, i commercianti, i servizi) e che ora vive con grande preoccupazione questa difficilissima fase di ripresa. Il sindaco Calamai dedica parole di incoraggiamento e di concreta vicinanza alle famiglie, a chi ha perso il lavoro, a chi è in cassa integrazione e non sa come andare avanti.
Poi il primo cittadino rammenta, nel giorno della Costituzione, Ettore Nespoli, cittadino montemurlese, scomparso lo scorso anno a 46 anni per un male incurabile, professore di diritto all’istituto Buzzi di Prato e avvocato, uomo che credeva nei valori della legalità e dell’importanza di trasmetterli ai giovani. Non mancano neppure parole per i montemurlesi scomparsi in questo momento così duro e in particolare ai due giovani vittime di incidenti sulle strade del Comune, Lorenzo Destro e Samuele Fortunato. Assenti, a causa delle norme anti-assembramento, i diciottenni, da sempre i protagonisti della festa della Repubblica, ai quali, non appena sarà possibile, il Comune dedicherà un momento.
Per il sindaco Calamai «Lo Stato deve essere, come lo fu nel 1946, motore della ripartenza, della ricostruzione. Oggi tocca alle istituzioni ricucire quanto è stato strappato dal virus e rappresentare gli interessi di quella parte della popolazione che non ha lobby e che non ha voce (i bambini, la scuola, i ragazzi, gli anziani, i disabili, i malati, gli emarginati)».
Il sindaco Simone Calamai ricorda, in questo momento di emergenza sanitaria, il valore dell’articolo 32 della Carta Costituzionale: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti», perché la salute è il termometro che più fedelmente registra le ingiustizie sociali, come sta succedendo in America Latina (le fosse comuni in Amazzonia, i morti abbandonati in strada in Ecuador). «La nostra Costituzione ci dice che la vita di ogni individuo ha la stessa dignità e che lo stato sociale non può sacrificarsi a interesse economici o di parte. La nuova Costituente Italia-Europa deve partire da qui: dalla sanità pubblica, che è stata chiamata in questi mesi ad una prova straordinaria e che riassume il cambiamento a cui siamo chiamati. Un’idea di sicurezza opposta a quella a cui ci ha abituato un certo tipo di politica negli ultimi anni – aggiunge il sindaco Calamai-. Sicurezza è vicinanza, prossimità, cura, cura del territorio, cura di chi non ha forza e non ha voce, degli indigenti, dei malati, dei disabili, degli emarginati, cura dei più deboli.
Insomma, per ricostruire è necessario volgersi al passato, riprendere in mano la Costituzione e attuare i suoi valori e i suoi principi per affrontare le sfide del prossimo futuro e «vincere i virus più pericolosi, quelli dell’egoismo, dell’indifferenza e dell’intolleranza». Alla cerimonia hanno preso parte anche il presidente della Provincia di Prato, Francesco Puggelli, il consigliere regionale, Nicola Ciolini, il comandante della tenenza dei Carabinieri di Montemurlo, Quintino Preite, il rappresnetnte della polizia penitenziaria, dei vigili del fuoco, l’ispettore della polizia municipale, Stefano Melani, i rappresentanti delle associazioni locali. Il silenzio è stato suonato da Stefano Pratesi della Filarmonica Giuseppe Verdi di Montemurlo.