Sono soltanto 241 le aziende del distretto tessile che hanno comunicato alla Prefettura di Prato la riapertura delle loro attività nella giornata di oggi, lunedi 27 aprile. Il dato è aggiornato alle 18,30 e fotografa dunque la ripartenza dopo oltre un mese di chiusura forzata.
Le 241 aziende rappresentano un numero ridotto rispetto alle migliaia di imprese del comparto e rispetto a quelle potenzialmente interessate dai due distinti provvedimenti del Governo e della Regione, che in una situazione caotica (leggi la ricostruzione delle ultime ore) hanno reso possibile la riapertura con una settimana di anticipo rispetto alla data del 4 maggio.
95 imprese, per lo più lanifici, hanno comunicato alla Prefettura di riaprire in quanto “orientate in modo prevalente alle esportazioni”. A queste si aggiungono altre 120 domande di aziende della filiera collegate alle prime. Per queste 215 imprese la riapertura è consentita senza particolari restrizioni alla produzione, salvo quelle legate al rispetto dei protocolli per il contenimento della diffusione del coronavirus negli ambienti di lavoro e all’ordinanza numero 38 della Regione Toscana (fra cui il distanziamento sociale, la sanificazione degli ambienti, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale).
Altre 26 aziende hanno comunicato invece alla Prefettura di riaprire la propria attività in base all’ordinanza pubblicata ieri dalla Regione, che consente soltanto interventi di manutenzione e conservazione dei prodotti di origine vegetale ed animale a rischio deterioramento.
“L’impressione, a giudicare dalle telefonate che riceviamo, è che ci sia molto movimento e che se non oggi, domani, molte aziende riapriranno – afferma il segretario della Filctem Cgil Massimiliano Brezzo -. Non è semplice ripartire in poche ore, visto l’annuncio arrivato ieri in serata” spiega il sindacalista che ricorda come, in base al protocollo generale di distretto firmato nei giorni scorsi con le organizzazioni datoriali, si rende necessaria nelle singole aziende la rapida adozione di protocolli aziendali anti-contagio attraverso il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e delle rappresentanze unitarie dei lavoratori o, in loro assenza delle stesse Federazioni sindacali firmatarie.