L’ordinanza della Regione che ha autorizzato gli spostamenti dei cittadini per andare a coltivare gli orti ha sollevato preoccupazioni e differenti interpretazioni normative fra alcuni sindaci dei comuni della provincia di Prato. Il nodo del contendere è rappresentato soprattutto dagli orti sociali e urbani, individuati come posti di socializzazione che possono dare luogo a potenziali assembramenti di persone. E così c’è il Comune di Prato che ha deciso di emanare regole più restrittive per accedere a questi orti, quello di Poggio a Caiano dove c’è il sindaco Puggelli che invita i concittadini “a non andarci” e infine Montemurlo che invece non ha intenzione di riaprirli.
Ma andiamo con ordine. Il Comune di Prato ha riaperto gli orti sociali e urbani che si trovano in via della Gualchiera, via Toscanini a San Paolo, in via del Guado a Narnali e via Gavinana a Viaccia. L’accesso deve però avvenire in forma contingentata. Questi orti saranno aperti a condizione che l’accesso sia limitato non solo nella durata, ma anche nel numero di ortisti presenti contemporaneamente, nel rispetto delle vigenti norme di sicurezza. “Avevamo dovuto chiudere gli orti sociali perché si creavano assembramenti – spiega Biffoni – Ne capiamo però l’utilità per le famiglie anche sul fronte alimentare e quindi vista l’ordinanza regionale li riapriamo. Ma ci sono regole ben precise per evitare di vanificare i sacrifici fatti da tutti, ortisti compresi”.
Anche a Poggio a Caiano orti sociali e urbani aperti, ma il sindaco Puggelli da un lato annuncia maggiori controlli e dall’altro sconsiglia di andarci. “Da medico ritengo che questa apertura degli orti sociali, se non gestita bene e controllata, possa aprire a nuovi contagi e mettere in pericolo la salute di chi li frequenta che spesso sono anche i soggetti più anziani e quindi più fragili – spiega il primo cittadino – Sono consapevole di quanto sia importante questa attività per molte persone – conclude Puggelli – Chiedo ai miei concittadini espressamente di non recarsi agli orti sociali, ma se intendono farlo, visto che un’ordinanza regionale lo permette, che lo facciano con coscienza e rispettando le regole, altrimenti potranno scattare le relative sanzioni. Vorremmo evitare di fare multe, ma l’amministrazione deve agire per proteggere la salute di tutti ed è nostro compito monitorare ciò che avviene all’interno del territorio”.
Situazione ancor più diversa a Montemurlo, dove a oggi gli orti sociali e urbani restano entrambi chiusi. Secondo il parere dei tecnici dell’amministrazione comunale nell’ordinanza si parla di “colture agricole a livello amatoriale” non citando espressamente gli orti sociali e urbani. Quindi per il momento niente coltivazioni e uscite bloccate per gli ortisti. “La decisione si rende necessaria per evitare assembramenti – commenta il sindaco Simone Calamai – Si tratta di 45 appezzamenti in via Pola a Oste e di ventisette in via La Marmora a Montemurlo. Riaprirli tutti assieme significherebbe creare il rischio di nuovi contagi”.
Ricordiamo che le regole individuate dalla Regione per coltivare gli orti sono le seguenti: 1) che avvenga non più di una volta al giorno; 2) che sia effettuato da massimo due componenti per nucleo familiare; 3) che le attività da svolgere siano limitate a quelle necessarie alla tutela delle produzioni vegetali e degli animali allevati, consistenti nelle minime, ma indispensabili operazioni colturali che la stagione impone o per accudire gli animali.