13 Febbraio 2020

La nuova pista di Peretola non si farà: il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Regione e Toscana Aeroporti


Il Consiglio di Stato stoppa definitivamente il progetto di ampliamento dell’aeroporto di Peretola e la nuova pista da 2400 metri che avrebbe comportato sorvoli e atterraggi in direzione di Prato.
I supremi giudici amministrativi hanno confermato il giudizio del Tar, respingendo il ricorso presentato da Toscana Aeroporti e dalla Regione Toscana e annullando definitivamente il decreto di Valutazione di impatto ambientale (VIA) concesso dal Ministero dell’Ambiente.
La sentenza, che mette una pietra tombale al progetto, così come concepito e formulato da Toscana Aeroporti e avallato dalla Regione Toscana, è stata notificata oggi anche ai Comitati e ai comuni di Sesto Fiorentino, Prato, Carmignano, Poggio a Caiano, Campi Bisenzio, Calenzano, che avevano portato avanti la battaglia legale contro l’ampliamento dell’aeroporto.
Il Consiglio di Stato ha riconosciuto la manifesta irragionevolezza del giudizio positivo emesso dalla Commissione di Via, che da una parte aveva censurato il masterplan su vari aspetti, richiedendo 70 prescrizioni e corposi approfondimenti progettuali ai proponenti, e dall’altra, all’esito dell’istruttoria, aveva decreto la compatibilità ambientale dell’opera.
L’esito positivo della Via, secondo i giudici del Consiglio di Stato, è viziato da difetto di istruttoria e da irragionevolezza. Un esito “illogico”, anche per “l’assenza a monte di un valido procedimento di VAS”.
“Poiché il Master Plan contempla opere di considerevole impatto ambientale, tra cui lo spostamento di un tratto del Fosso Reale, il sotto-attraversamento dell’Autostrada A11 e la rilocalizzazione del Lago di Peretola – scrivono i giudici -, l’assenza di una valutazione strategica del piano territoriale che costituisce il “quadro di riferimento” per la relativa approvazione, doveva essere logicamente considerata non già un fattore neutro, come ritenuto dalla Commissione VIA, bensì un fattore obiettivamente critico, se non ostativo, ai fini dell’approvazione del progetto”.

Altre carenze riguardano la mancanza di analisi di rischio sul bird strike, di uno studio terzo sugli scenari probabilistici legati al rischio di incidenti aerei, e una stima per la presenza di stabilimenti soggetti alla direttiva Seveso a rischio di incidenti rilevanti”. Confermati anche tutte le criticità che il Tar aveva individuato sugli interventi compensativi previsti da Toscana Aeroporti per il ripristino di alcune aree umide.

“La lettura congiunta delle valutazioni svolte dalla Commissione Via unitamente al contenuto delle correlate ‘prescrizioni’ denota la manifesta irragionevolezza del giudizio positivo da questa espresso, e quindi dell’impugnato decreto che lo recepisce”, scrivono i magistrati nella sentenza, osservando che “appare quindi condivisibile la considerazione del Tar secondo cui le scelte progettuali, relative ad aspetti qualificanti del progetto, devono essere verificate in sede di Via, e non già in sede di verifica di ottemperanza alle prescrizioni”.
Per il Consiglio di Stato “il raffronto tra le valutazioni della Commissione e il contenuto delle prescrizioni consente poi di concludere che essa non si è limitata a dettare condizioni ambientali ma, da un lato, ha imposto la ricerca e/o lo sviluppo di nuove soluzioni progettuali, dall’altro ha richiesto l’effettuazione e/o l’approfondimento di studi che avrebbero dovuto essere presentati ex ante ai fini dell’ottenimento della Via e non semplicemente verificati ex post in sede di ottemperanza”.
I giudici non si sono espressi sulle numerose perplessità avanzate dal Tar sull’istituzione e la composizione dell’Osservatorio ambientale. Sarebbe stato inutile, visti i tanti altri motivi che hanno spinto a rigettare il decreto di Via.

 

 

 

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