I consiglieri comunali di Prato, Marco Curcio (Lega) e Cocci (Lista civica) hanno richiesto un accesso agli atti in risposta al quale gli uffici forniranno ulteriore documentazione in merito alla sperimentazione della tecnologia 5G. In attesa di ciò, i consiglieri hanno protocollato una interrogazione a risposta scritta sull’opportunità socio-sanitaria della sperimentazione 5G nel Comune di Prato.
“L’avallo che l’Amministrazione Comunale ha dato alla sperimentazione della tecnologia 5G sul territorio pratese è avvenuto senza alcuna evidenza scientifica che escluda rischi per la salute umana” affermano i due consiglieri di centrodestra, Curcio e Cocci.
“Nella richiesta di accesso agli atti, in via preliminare ci è stato già detto che alcuni documenti sono coperti da segreto industriale e non sono divulgabili; oltre a questo abbiamo avuto conferma del fatto che non vi siano atti istituzionali né del Ministero, né del Comune, col quale si decida di effettuare tale sperimentazione e questo ci sembra piuttosto strano” aggiungono i consiglieri.
“Prato, insieme a soli 120 Comuni su oltre 8mila in tutta Italia, è stata eletta a cavia e, a quanto pare, senza alcuna richiesta formale, senza alcuna delibera, senza alcuna comunicazione con carattere di ufficialità – osservano Cocci e Curcio – quasi come se tutto potesse svolgersi in maniera informale, magari con un sms sul telefonino, o una pacca sulla spalla tra amici a margine di una cena. Su questo sarà necessario capire come sia stato possibile che le potentissime antenne del 5G siano installate proprio a Prato e con quali modalità siamo stati tutti coinvolti, come cittadini, in questo affare”.
“Nessuno vuole fermare lo sviluppo tecnologico ed economico – precisano Marco Curcio e Tommaso Cocci – tuttavia la salute umana è un valore non negoziabile, come prevede l’art. 32 della Costituzione. Il principio di prevenzione è anche uno dei cardini del Codice dell’ambiente, D.lgs. n. 152/2006, e del Trattato Istitutivo dell’UE art. 174, paragrafo 2 che ci impone massima prudenza sul tema. Sono anche rimaste inascoltate le pubblicazioni scientifiche che richiedono necessarie cautele e non sono state ritenute meritevoli di interesse le iniziative assunte da amministrazioni autorevoli come la Regione di Bruxelles dove il Ministro dell’ambiente Celinè Fremault ha deciso di bloccare la sperimentazione 5G in quanto non vi sono le garanzie che non si superino gli standard di emissione nocivi per la salute umana”.
“Il Sindaco Biffoni non può fare come Biancaneve: dovendo tutelare la salute di tutta la cittadinanza, deve essere sicuro che il 5G non si riveli una ’mela avvelenata’ con gravi ripercussioni su tutti noi e sulle generazioni future. Sulla base di quali certezze è in grado di escludere rischi che altre ricerche sembrano invece dichiarare come possibili?” domandano i due interroganti.
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