Sull’allarme del fenomeno mafia cinese e sulla definizione di Prato come Corleone interviene anche la capogruppo della Lega in consiglio comunale Patrizia Ovattoni.
“Sono oltre 3 anni che denuncio questo collegamento (immigrazione – criminalità) sempre negato puntualmente dalla sinistra! – scrive Ovattoni in una nota –, è evidente che se si promuovono le politiche delle porte aperte a tutti i costi, in un Paese con un significativo indice di disoccupazione, il risultato non può essere che l’aumento della criminalità e dello sfruttamento della manodopera”.
Per l’esponente leghista l’esistenza a Prato del distretto parallelo cinese, definito “zona franca”, rende il pericolo mafia sul territorio ancora più preoccupante. “Come si può lasciar tutto sotto le grinfie di un sistema malsano?” si chiede infine Ovattoni: “È buona norma combattere a tutti i costi un qualcosa che sta divorando la nostra città e la nostra storia!! Eppure da Biffoni all’ultimo partito di sinistra viene chiesto pietismo per i cinesi, pietismo per i migranti e di essere più comprensivi verso l’illegalità. Anzi guai a contraddirli perché si viene subito tacciati di razzismo”.
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