Sono più vicini alla faglia che si è attivata nel 1542 che a quella che ha causato il sisma del 1919, i terremoti in corso in Toscana, nel Mugello: lo ha detto il direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Salvatore Stramondo, alla luce delle analisi condotte finora.
Cento anni fa, infatti, il 29 giugno 1919, un terremoto tra il 7° e il 9° grado della Scala Mercalli causò 100 morti.
Sono almeno 40 i terremoti registrati nella notte appena trascorsa e il più forte, di magnitudo 4,5, è avvenuto alle 4,37 , con epicentro tra i Comuni di Scarperia, San Piero a Sieve e Barberino, alla profondità di 9 chilometri. “Non ci sono ancora elementi certi – ha osservato Stramondo – per stabilire che si tratti della stessa faglia che si è attivata nel 1542 causando un terremoto di magnitudo stimata intorno a 6,0. Quello che al momento notiamo è che i terremoti in corso avvengono a ridosso dell’area colpita nel 1542, a soli 8-10 chilometri a Nord-Ovest”. Si trova invece a 15-20 chilometri a Est l’area nella quale un secolo fa è avvenuto il terremoto di magnitudo 6,4, uno dei più importanti della regione, con oltre 100 morti.