A breve anche a Montemurlo si potrà visitare una piccola oasi naturalistica, popolata da uccelli acquatici, anfibi, insetti e piante tipiche degli ambienti palustri, un po’ come quella di Focognano nel comune di Campi Bisenzio (nella foto). Il Comune di Montemurlo ha affidato al Comitato per le Oasi WWF dell’Area Fiorentina l’incarico per la redazione di un progetto di rivitalizzazione eco-logico-paesaggistica delle casse di espansione dei torrenti Stregale – Funandola, in una zona centrale del Comune tra le frazioni di Bagnolo- Oste- Montemurlo, nei pressi di via Selvavecchia. L’obbiettivo è quello di realizzare un piccolo sistema di zone umide per la tutela della fauna e della flora tipiche di questi ambienti.
Gli anziani di Montemurlo ricordano ancora quando, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, nella zona del Pantano ancora si andava con la barca a pescare anguille. Poi a partire dagli anni Sessanta del Novecento è iniziata una consistente opera di urbanizzazione del territorio con la bonifica delle zone umide e la regimazione delle acque. Tra gli anni Novanta e Duemila per mitigare il rischio idraulico e scongiurare allagamenti e straripamenti dei torrenti il Comune ha realizzato un sistema di casse di espansione che ha contribuito a mettere in sicurezza il territorio.
«Le casse di espansione sono delle zone che per la gran parte dell’anno sono di fatto inutilizzate. Abbiamo pensato quindi di metterle a frutto “rinaturalizzandole” e ricreare così l’ambiente autoctono della piana. L’obbiettivo è quello di migliorare da un punto di vista naturalistico un’area centrale del nostro Comune, favorendo il ritorno di animali e piante una volta presenti in maniera consistente sul nostro territorio – spiega il sindaco Simone Calamai – Ancora una volta il Comune di Montemurlo dimostra di essere attento all’ambiente e lavora per favorire la sostenibilità e la qualità della vita nelle aree urbane, investendo sul verde e non consumando nuovo suolo».
Nell’oasi naturalistica, che sarà realizzata nella cassa di espansione a partire dalla prossima estate, saranno pianti alberi autoctoni come frassini, ontani, aceri campestri, pioppi bianchi, lecci e farnie per ricreare la vegetazione originaria del territorio e favorire così il ritorno di animali, uccelli, insetti e anfibi tipici delle zone paludose della piana.
«L’idea in futuro è quella di creare percorsi di collegamento tra l’area naturalistica della cassa d’espansione e le altre zone d’interesse presenti sul territorio – aggiunge l’assessore all’ambiente, Alberto Vignoli – Un sistema di aree verdi “rinaturalizzate” con punti di sosta e di osservazione per apprezzare la flora e la fauna che tornerà a popolare questo ambiente».
Il WWF negli anni ha promosso varie iniziative a livello locale e di area vasta per il monitoraggio e la tutela delle specie e degli habitat presenti su tutto il territorio della pianura fiorentina e pratese. Tutti i dati raccolti costituiscono oggi un importante insieme di conoscenze che permette di valutare in dettaglio la ‘funzionalità ecologica’ delle varie porzioni di questo ampio territorio e tutto ciò che si rende necessario per una sempre più precisa tutela e valorizzazione.