Angelo Di Leo e Cristiana Sessa. Sono i due italiani premiati quest’anno dalla Società europea di oncologia medica (Esmo) in occasione del Congresso Esmo che si apre a Barcellona. Di Leo, primario di Oncologia all’Ospedale Santo Stefano di Prato, riceverà il Premio alla carriera 2019 (Esmo lifetime achievement award) il 27 settembre durante la cerimonia di apertura del congresso. Sessa, consulente per i tumori ginecologici all’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI) di Bellinzona e con un passato di ricerca anche in Italia, è la vincitrice del prestigioso premio ‘Donne per l’oncologia’ della Società europea di oncologia medica (Esmo).
Il premio alla carriera, si sottolinea nelle motivazioni per l’assegnazione del riconoscimento, riconosce “l’eccezionale carriera dedicata alla ricerca sul cancro. Di Leo è un esperto di cancro al seno riconosciuto a livello internazionale, che ha condotto ricerche pionieristiche nella biologia di tali tumori e che ha contribuito in modo significativo allo sviluppo di trattamenti personalizzati per i pazienti oncologici. Ha anche fatto del dipartimento di Oncologia dell’Ospedale di Prato – sottolinea l’Esmo – uno dei principali centri nazionali per la cura integrata del cancro e la ricerca clinica”. “E’ un grande onore ricevere questo prestigioso riconoscimento da una società globale come è l’Esmo. Credo di aver raggiunto due grandi risultati nella mia carriera – spiega Di Leo -. Il primo è aver creato, dal nulla, una struttura come quella di Prato, dove i pazienti vengono oggi per essere curati dimostrando una grande fiducia nei nostri programmi. Il secondo è che ho avuto l’opportunità di lavorare e far crescere una squadra di giovani oncologi e ricercatori estremamente qualificati”. Dunque, conclude, “sono orgoglioso di poter dire che il nostro programma continuerà con successo anche, un giorno, senza di me”.
“Imparate ad essere audaci” è invece il motto di Cristiana Sessa 66 anni, una carriera da oncologa specializzata nei tumori ginecologici e due obiettivi che hanno rappresentato il filo rosso del suo percorso umano e professionale: aiutare le donne malate e promuovere il ruolo della nuova generazione di donne-medico nel campo dell’oncologia puntando anche a posizioni apicali.