6 Agosto 2019

Terza corsia A11, Autostrade respinge le osservazioni del Comitato che non ci sta: “Il Comune intervenga a tutela di ambiente e salute”


Autostrade per l’Italia respinge le osservazioni presentate dal Comitato In mezzo all’autostrada sugli espropri legati al progetto di terza corsia dell’A11 tra Pistoia e Firenze. Nella raccomandata firmata dal responsabile del procedimento Scotto Lavina si risponde punto su punto ai rilievi mossi dal Comitato: per quanto riguarda le incongruenze sulle previsioni urbanistiche, Autostrade per l’Italia comunica che sarà il nuovo Piano operativo del Comune di Prato che si deve adeguare al progetto dell’opera autostradale e non viceversa, in forza della pubblica utilità sancita dall’Intesa Stato-Regione Toscana.
Per quanto riguarda le questioni ambientali poste dal Comitato, Autostrade fa sapere che tutti gli aspetti sono già stati valutati nell’ambito della procedura di Via e che tutte le prescrizioni contenute nel decreto di Via e le osservazioni ricevute sono state ottemperate nel progetto definitivo ed esecutivo. Per quanto riguarda l’impatto acustico ed atmosferico, in particolare, la documentazione previsionale è stata sottoposta all’istruttoria degli enti competenti, in primo luogo Arpat. “Il progetto esecutivo tiene conto di tutte le osservazioni pervenute e le soluzioni e i dimensionamenti definiti sono al momento sottoposti a verifica di assoggettabilità presso il Ministero dell’Ambiente” scrive Autostrade, che reputa “tecnicamente infattibile” la proposta di interrare tratti autostradali e cavalcavia, a causa dei rischi idraulici e maggiori costi realizzativi e gestionali. A proposito di costi, Autostrade sottolinea che il progetto è stato sottoposto ad analisi costi-benefici, conclusasi positivamente con l’emanazione del decreto di Via a maggio 2016.

Le controdeduzioni non soddisfano il Comitato in Mezzo all’Autostrada che torna a chiedere l’intervento del Comune: “Nel merito, oltre a disattendere completamente ogni segnalazione trasmessa, l’ente gestore decide di avviare i lavori al contrario rispetto a quanto richiesto, partendo cioè da Pistoia intorno al prossimo autunno, finendo a nostro avviso per ingolfare ancora di più il tratto davvero critico dell’A11, quello cioè compreso fra il casello di Prato Est e lo svincolo di Peretola, in direzione Firenze” scrive il Comitato, che ritiene una “forzatura” la sottolineatura di Autostrade sul dovuto adeguamento del piano operativo del Comune di Prato al progetto di terza corsia.
“Le istituzioni e gli enti locali – scrive il Comitato – non si sono minimamente scomposti di fronte a questa forzatura, né del resto sembrano voler tutelare davvero la sicurezza e la salute degli abitanti del territorio. Riprova ne è il silenzio totale del sindaco Biffoni e della sua giunta alla notizia che le barriere anti-inquinamento verranno installate – in modo sottodimensionato rispetto al necessario – con ampio ritardo sulla scadenza della graduatoria di interventi di risanamento, previsti entro il 2019. L’esempio più lampante a proposito è però la latitanza del Comune di Prato rispetto agli impegni presi diversi mesi fa, commissionando apposite analisi e studi a livello di inquinamento atmosferico ad ARPAT ed epidemiologico ad ASL.
Dopo aver sovvenzionato l’installazione di una centralina mobile, dall’amministrazione Biffoni nessuno si è mosso per rispondere alle nostre sollecitazioni di un report complessivo sui vari rilevamenti, le cui pubblicazioni sono ferme all’inizio dell’anno”.

Il Comitato In Mezzo all’Autostrada chiede chiarimenti anche sul fronte sanitario: “A non essere pubblicato è anche l’aggiornamento puntuale e zonale dei dati epidemiologici della città di Prato, con particolare riferimento per le zone abitate comprese fra l’A11 a nord e i macrolotti industriali a sud.
Eppure ad un incontro dello scorso febbraio con la nuova Dirigente Asl e con gli assessori Alessi e Biancalani era stato deciso di avviare delle ricerche, per inviare poi un esposto al ministero competente; promessa altrettanto disattesa dall’amministrazione comunale”.
“Perciò intendiamo sollecitare gli enti preposti a portare a termine gli accertamenti; ma soprattutto e soprattutto la giunta Biffoni ad intervenire concretamente per tutelare situazioni e persone a rischio, piuttosto che limitarsi ad accettare l’intervento sul ponte Lama come contropartita sufficiente all’ennesima grande opera inutile e dannosa nella Piana della Toscana settentrionale”.