Nuovo governo, ci siamo. L’accordo tra Pd e Cinque Stelle è stato formalizzato nell’affidamento da parte del presidente della Repubblica dell’incarico di comporre il nuovo esecutivo a Giuseppe Conte, premier-bis. Si dichiara soddisfatto il parlamentare pratese del Pd Antonello Giacomelli: “In questo momento era necessario per il Paese fermare la deriva nazionalista di Salvini e invertire la rotta dell’economia. Si è trattato di una scelta non naturale ma necessaria, quella di mettersi insieme ai Cinque stelle”, afferma Giacomelli, che auspica di non avere incarichi nella nuova squadra di governo, specificando che “è come se li avesse” per l’impegno che profonderà nel portare avanti i temi cari a Prato, distretti energivori e scarti tessili in primis. Argomenti che stanno a cuore anche al deputato del Gruppo misto, dentro il progetto politico di Giovanni Toti, Giorgio Silli, il quale dice: “I parlamentari eletti a Prato come Giacomelli e Chiara Ehm non hanno più scuse, adesso che fanno parte della maggioranza di governo: devono fare sponda con chi vuole risolvere i problemi di Prato”. Il nuovo governo giallo-rosso è definito “stomachevole” da Silli, che dichiara di vedervi solo “opportunismo politico”. Della stessa opinione l’ex compagna di partito Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia: “Mai visto un governo più comunista di questo nella storia d’Italia, sarà un problema per tutti gli Italiani”, ha detto Mazzetti. “Il risultato delle elezioni del 2018 ha confermato il MoVimento Cinque Stelle come prima forza politica, ma non avendo ottenuto il 40% dei consensi, coerentemente con quanto sempre dichiarato, abbiamo cercato una maggioranza post-elettorale sui temi. E’ la nostra costituzione che ci chiede responsabilità istituzionale”, afferma il consigliere regionale grillino Giacomo Giannarelli. In merito ad una possibile riproposizione di un’alleanza Pd-Cinque Stelle in vista delle regionali 2020, Giannarelli è lapidario: “Il Movimento non farà alleanze con nessun partito”. Ribadisce che “dopo una crisi di governo, ridare la voce agli italiani sarebbe stata la soluzione migliore”, il senatore di Fratelli d’Italia Patrizio la Pietra, che parla di “distonia tra l’attuale governo e la volontà del Paese palesata con i risultati alle urne”. “Se Pd e Cinque Stelle, in mano ai quali era rimasto il cerino, non avessero fatto questo accordo mosso da interessi di poltrona, saremmo tornati al voto”, dichiara il commissario provinciale della Lega Andrea Recaldin. Recaldin afferma che la Lega è sempre stata coerente e che sarà il tempo a rivelare l’incongruenza dell’attuale esecutivo.
LS
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