Sindacalista presa per i capelli, pugno ad un manifestante. Il Si Cobas: “Basta con l’uso della forza da parte della polizia”. Due attivisti denunciati VIDEO
Ancora uno sciopero e picchettaggio del Si Cobas al Panificio Toscano, finito stamani all’alba con l’intervento della polizia e l’allontanamento dei manifestanti con l’uso della forza. Alla fine il sindacalista Luca Toscano è stato denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale assieme ad un un operaio, che ha riportato un trauma cranico lieve e contusioni varie sul corpo, ed è stato dimesso dal pronto soccorso con 8 giorni di prognosi. Leggermente feriti anche due poliziotti, rispettivamente refertati con 7 e 4 giorni di prognosi. Il manifestante ferito – fanno sapere dal Si Cobas – è lo stesso ritratto in questo video mentre, immobilizzato a terra, viene colpito con un pugno alla testa da un agente.
Immagini dure, che fanno seguito a quelle di venerdi sera, quando la sindacalista Si Cobas Sarah Caudiero, nel corso del presidio alla Tintoria Superlativa fu afferrata per i capelli e trascinata da una agente, prima che il capo delle volanti facesse cenno di usare altri metodi per “contenere” i manifestanti.
“Sono scene indegne per una città democratica. La Questura ha perso il controllo e continua a considerare i problemi sollevati dai lavoratori come questioni di ordine pubblico, anziché adoperarsi a contrastare il sistema di sfruttamento diffuso presente nel distretto di Prato. A questo punto facciamo appello affinchè anche la politica faccia la sua parte” – affermano Sarah Caudiero e Luca Toscano, che hanno chiesto al sindaco Biffoni un incontro: “Lo abbiamo chiesto via Pec due settimane fa, ma non abbiamo ricevuto risposta” dicono i due sindacalisti. “Facciamo appello alle istituzioni, a partire dalla Prefettura, affinchè si dia sostegno ai lavoratori che in questi mesi hanno deciso di ribellarsi e chiedere i loro diritti: il rispetto del contratto nazionale qui al Panificio Toscano, la fine del lavoro nero, dello sfruttamento e del caporalato in tante altre aziende del distretto”.
Le richieste del Si Cobas al Panificio Toscano
Nello sciopero davanti alla Coop, dopo il picchetto allo stabilimento di via Vannucchi, i lavoratori del Panificio Toscano iscritti al Si Cobas hanno spiegato le loro ragioni. “Panificio Toscano, 140 dipendenti e fornitore della grande distribuzione organizzata, applica il contratto nazionale previsto per le realtà “artigianali” invece che quello indicato per le realtà industriali – spiega Luca Toscano del Si Cobas -. Il risultato è: retribuzioni mensili da circa 1250 euro (lordi!) per lavoratori che svolgono un lavoro qualificato. Niente scatti di anzianità. Queste sono le condizioni della maggioranza dei lavoratori, che – alcuni dopo molti anni di servizio – continuano ad essere inquadrati all’ultimo livello e a non vedere riconosciute capacità ed esperienza maturata. L’impegno assunto dall’azienda di adeguare i livelli di inquadramento del personale entro il mese di giugno appena trascorso, è stato poco più di una presa in giro: 37 su 138 sono stati i lavoratori sono stati coinvolti. Ma anche il merito e il metodo completamente arbitrario nella scelta dei lavoratori reinquadrati è da contestare”.
“Con lo sciopero continuiamo a richiedere il riconoscimento immediato dei giusti livelli di inquadramento del personale e un percorso che porti all’applicazione del Contratto collettivo nazionale Panifici Industriali. Da mesi come sindacato siamo impegnati in dure vertenze nel “distretto illegale” del tessile pratese. Quando si parla di fornitori UniCoop, ci si aspetterebbe qualcosa di davvero diverso da quella che ama raccontarsi come la “buona e sana imprenditoria”. Non la luna: ma almeno il rispetto di quello che è sancito dai contratti nazionali. E il rispetto dei diritti sindacali dei lavoratori. Ma così non è: la scorsa settimana alcuni nostri iscritti hanno ricevuto una lettera di contestazione disciplinare per “abbandono del posto di lavoro” per aver aderito ad un sciopero. Il “Codice Etico” della Coop conta ancora qualcosa o è solo pubblicità ingannevole?
Una stoccata dal Si Cobas è diretta anche agli altri sindacati: “Dispiace, per l’ennesima volta, essere l’unica sigla sindacale ad attivarsi per richiedere il rispetto dei diritti dei lavoratori. Deprecabile la totale accondiscendenza della Uil. Incomprensibile l’immobilismo della Cgil, a cui da settimane abbiamo chiesto senza successo un impegno comune e condiviso sulla vicenda. Eppure durante il tavolo in Prefettura dello scorso dicembre si erano schierati dalla nostra parte richiedendo l’applicazione del contratto per l’industria”.
La posizione del sindaco Matteo Biffoni
“In questi anni – afferma il sindaco Matteo Biffoni, a cui come riferito sopra il Si Cobas ha chiesto un incontro e una presa di posizione – ho ricevuto tanti lavoratori in difficoltà per situazioni di crisi aziendali, a partire dalla Popolare di Vicenza in giù, e ho provato ad assolvere a un ruolo di mediazione o di informazione, anche se non ne avevo la competenza, che in questi casi spetta alla Prefettura o alla Regione. Questa situazione è un po’ diversa dalle altre: qui non si tratta di crisi aziendali ma di presunte violazioni di diritti del lavoro, con il SiCobas che dice una cosa, l’ispettorato del lavoro che è deputato alle verifiche, la Questura che ha emesso un provvedimento di foglio di via nei confronti dei sindacalisti. È una situazione che mi preoccupa, per i diritti dei lavoratori che devono essere sempre salvaguardati, e per le tensioni che si verificano in città: la violenza non è tollerabile in alcun modo, da nessuna parte in causa. Se la Prefettura convocherà sindacati e aziende e riterrà opportuna la presenza del sindaco, sono disponibile, ma non posso dirimere io una situazione in cui non ho né una conoscenza precisa, nè alcuna competenza. Quello che ribadisco è che Prato ha bisogno di un’attenzione del Governo che vada oltre la presenza ai comizi elettorali. Questa città ha bisogno che sia corroborata la presenza dello Stato, con più ispettori del lavoro, personale dell’Inps, dell’agenzia delle Entrate, oltre che delle forze dell’ordine. Sono questi soggetti che possono fare i controlli e dare una risposta ai problemi che vengono sollevati dal Si Cobas”.
Le reazioni dopo i disordini alla Superlativa
Sabato scorso, dopo i disordini alla Tintoria Superlativa erano arrivate alcune reazioni politiche e sindacali. I gruppi di maggioranza (Pd, Demos, lista Biffoni e Prato Sport) hanno presentato un’interrogazione al consiglio comunale per discutere di come la giunta dovrebbe muoversi per contrastare al meglio il fenomeno dello sfruttamento lavorativo nel distretto pratese.
Tra le richieste che si leggono nel testo dell’interrogazione c’è quella “di esortare il Governo a rispondere alla richiesta di incontro delle parti sociali, studiando una strategia che consenta l’applicazione della legge sullo sfruttamento lavorativo” e quella di favorire la presenza a Prato “di un adeguato numero di ispettori INPS, ITL e Inail”.
“Non è più tollerabile che a Prato vi siano aziende che fanno concorrenza sleale attraverso lo sfruttamento dei lavoratori: è necessario prima di tutto fare chiarezza su ciò che può fare il Comune e sulle responsabilità dello Stato – dichiara il consigliere del Partito Democratico Marco Biagioni, tra i promotori dell’interrogazione -. L’amministrazione, nei limiti delle sue competenze in merito allo sfruttamento, ha negli anni promosso delle politiche per risolvere il problema, ma non bastano: abbiamo bisogno dell’intervento dello Stato e della massima collaborazione di tutte le categorie economiche e dei sindacati”.
“Con questa interrogazione, messa a punto grazie anche al lavoro dei Giovani Democratici – continua Biagioni – intendiamo stare a fianco dell’Amministrazione comunale nell’esortare il Governo ad attivarsi concretamente assumendosi le proprie responsabilità”.
Sulla vicenda era intervenuta anche Prato in Comune: “Ancora una volta assistiamo ad un intervento spropositato delle forze dell’ordine contro lavoratori e sindacalisti in sciopero. Il picchetto di ieri presso l’azienda “Superlativa” non è un fatto isolato ed evidenzia la volontà dei lavoratori di lottare per i propri diritti e per un contratto regolare. È necessario un intervento delle Istituzioni per garantire il diritto allo sciopero e tutelare l’attività sindacale. Nei giorni scorsi l’amministrazione ha dichiarato di voler incontrare il Prefetto (a seguito dei pestaggi all’azienda “Gruccia Creations”), incontro che auspichiamo avvenga celermente al fine di evitare ulteriori episodi come quello di ieri sera. Siamo di fronte a vertenze che chiedono l’applicazione del contratto, con lavoratori sfruttati per 10/12 ore al giorno, con paghe da fame e senza diritti. Ribadiamo la necessità di intervenire sugli organi e sulle risorse destinate ai controlli, in particolare all’ispettorato del lavoro. Pensare che si possa risolvere queste problematiche attraverso l’applicazione di protocolli sarebbe invece velleitario”.
Infine, sempre a seguito dell’episodio alla Superlativa era giunta la presa d posizione della Filctem Cgil: “Ancora una volta – scrive il segretario Massimiliano Brezzo – la rivendicazione dei propri diritti da parte di lavoratori sfruttati provoca tensioni e tafferugli, con scudi e manganelli, davanti a una azienda. Non una azienda qualsiasi, ma un luogo dove più volte, grazie ai controlli da noi richiesti, sono state trovate decine di lavoratori a nero e che vivevano in precarie condizioni igieniche. In base a quanto comunicato dalla stampa, il titolare sarebbe anche stato denunciato per l’impiego di manodopera clandestina. Eppure questa azienda ha sempre continuato a produrre e, come nuovamente denunciato dai suoi dipendenti, a sfruttare. Nel manifestare ai lavoratori della Superlativa tutta la nostra solidarietà, ci domandiamo: visto che i dipendenti stanno pubblicamente denunciando un reato penale (sfruttamento lavorativo) punibile con anni di galera, perché questo non viene verificato tempestivamente con le conseguenze del caso? Come è possibile che una azienda nella quale gli organi di controllo abbiano verificato, in più occasioni, queste violazioni gravissime, possa continuare a operare nelle condizioni nuovamente denunciate?
In sintesi: il problema è la protesta dei dipendenti sfruttati o il fatto che a Prato lo sfruttamento sia la regola, e che si perpetui anche dopo i controlli e le denunce?
A Prato le leggi non si applicano. Oppure non hanno effetto. Per questo rinnoviamo la nostra richiesta di incontro al Ministro Di Maio, che dopo sette mesi ancora non ci riceve, e attendiamo la risposta del governo all’interrogazione parlamentare presentata dai parlamentari pratesi di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Partito Democratico che dovrebbe essere discussa a breve”.