3 Giugno 2019

Salta l’accordo tra Spada, Garnier, Milone e Paradiso: sarà solo appoggio esterno. Malumori in Forza Italia. E Garnier entra in consiglio comunale solo se vince Biffoni


All’ultimo momento salta l’accordo formale tra Daniele Spada e le altre liste. A fare marcia indietro per prima è stata Marilena Garnier, che, una volta rifatti i conti alla presenza del segretario comunale, avrebbe realizzato che, in caso di apparentamento formale e di sconfitta di Spada, avrebbe perso il seggio in consiglio adesso sicuro sia in caso di vittoria che di sconfitta del candidato di centrodestra. Ma anche senza apparentamento paradossalmente Garnier entrerà in consiglio comunale solo in caso di vittoria di Biffoni. Il passo (indietro) di Garnier ha dunque portato Spada a rinunciare anche a tutti gli altri apparentamenti che, fino a sabato sera, erano dati per certi: oltre a quello con Garnier, quelli con Aldo Milone e Emilio Paradiso, entrato all’ultimo tuffo in coalizione. Per presentare l’alleanza con Garnier e Milone, era stata organizzata pochi giorni fa una conferenza stampa ufficiale in cui i due candidati a sindaco sconfitti al primo turno si erano definiti rispettivamente “l’anima ambientalista e l’anima securitaria che si aggiungono a Spada”. I simboli delle tre liste esterne, così, non compariranno sulla scheda elettorale di domenica prossima sotto il nome di Daniele Spada, ma Garnier, Milone e Paradiso fanno sapere in una nota congiunta che daranno comunque il loro sostegno politico a Spada: “Ci siamo confrontati sul programma e sulle strategie, trovando una sintonia d’intenti e avviando sin da subito una mobilitazione sul territorio che ha visto simpatizzanti di tutte le liste collaborare fianco a fianco in incontri pubblici, a partire da quello del Metastasio, in iniziative nelle frazioni e volantinaggi – scrivono i tre -. In presenza di dati ancora ufficiosi e di scarti esigui abbiamo ritenuto opportuno non alterare il quadro scaturito dal primo turno elettorale, determinato dalle scelte degli elettori. Proprio a loro ci rivolgiamo, alle donne e agli uomini che hanno sostenuto le altre liste e più in generale a tutti coloro che vogliono dare un futuro migliore a Prato”. La chiusa della nota è di Daniele Spada, che commenta: “Quel che conta non è l’aspetto formale, ma sostanziale: sin da martedì i sostenitori delle liste di Marilena Garnier, di Aldo Milone e Emilio Paradiso stanno lavorando fianco a fianco con le forze della coalizione di centrodestra con un unico obiettivo: contattare quante più persone e presentare la nostra visione di città alternativa a quella del Pd”.
Allo stato attuale ci sono altri due illustri “sconfitti”: il primo è Aldo Milone, che non sarebbe entrato in ogni caso in consiglio ma che senza accordo formale vede ridimensionato il suo spazio di manovra, soprattutto se vince Spada. Il secondo “sconfitto” è Alessandro Giugni, il candidato più votato di Forza Italia che, in caso di vittoria di Biffoni, è costretto a cedere il passo in consiglio al secondo candidato dei Cinque Stelle, la consigliera uscente ricandidata Silvia La Vita. E questo a causa non tanto della decisione di Garnier di fare il dietrofront, quanto della scelta di Spada di recedere dall’accordo con Milone: l’assenza di quest’ultimo, fa scattare un quoziente in meno per la coalizione di centrodestra, a sfavore di Forza Italia, se vince Biffoni. La delusione di Giugni si legge chiaramente dalla sua pagina Facebook, dove scrive: “Ecco il brutto della politica…Milone fatto uscire dalla coalizione e di colpo il seggio di forza Italia passa al Movimento 5 Stelle…. ed io che pensavo a battere Biffoni…”.
Per Gabriele Bosi, segretario provinciale del Pd, le ultime vicende interne al centrodestra sono la dimostrazione della sua “incapacità a portare avanti una linea”: “E’ un centrodestra litigioso e incapace di portare avanti con coerenza una linea – afferma Bosi -, sono riusciti a cambiare idea su come presentarsi al ballottaggio veramente nel giro di pochi giorni. ed è interessante anche capire come mai è stata fatta la scelta di far saltare l’accordo: alcuni alleati di Spada si sono resi conto che se facevano l’apparentamento e poi perdevano le elezioni, dovevano cedere un seggio in consiglio ad altre forze della loro stessa coalizione. Il che significa che, per prima cosa, hanno già messo in conto di perdere, la seconda, che il centrodestra ancora una volta invece di confrontarsi sulla città preferisce perdersi in litigi interni sulle posizioni di potere”.

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