20 Maggio 2019

Toccante cerimonia per i caduti sulla Linea Gotica: in regalo l’ultima lettera del copilota Mahalon FOTO


Un regalo inatteso, di valore inestimabile. Sabato pomeriggio, al Museo della Linea Gotica di Vernio, c’è stato un momento di grande commozione quando Sonny Lacy, nipote di William Mahalon Everett, il copilota dell’aereo da guerra americano che il 7 giugno 1944, colpito dalla contraerea tedesca, andò a schiantarsi a Carbonale, ha consegnato l’ultima lettera del suo prozio alla famiglia, datata 31 maggio. Un lettera affettuosa e serena, scritta da un ragazzo di 23 anni che amava la storia dell’arte e aveva la faccia da buono, che parla di posta non ricevuta e di 33 missioni compiute. Alla presenza del console americano Benjamin Wohlauer e del sindaco di Vernio Sonny ha consegnato ad Alessio Mazzanti, presidente dell’Associazione Linea gotica, anche la medaglia che il Governo americano aveva consegnato alla famiglia, come riconoscimento del sacrificio del giovane aviatore. Un pomeriggio, quello organizzato dal Comune, per ricordare e insieme per mettere in evidenza i legami profondi che uniscono Vernio e la Toscana agli Stati Uniti. Non a caso il console Wohlauer ha parlato di una ferita che si rimargina grazie all’impegno per una memoria condivisa e alla costruzione di legami di amicizia solidi.

Nessuna formalità e tanta emozione anche durante la successiva cerimonia che si è svolta al Casone dei Bardi, alla presenza del gruppo dei familiari dei militari morti a Carbonale (erano sette, uno solo riuscì a salvarsi), ospiti da qualche giorno in Vallata. Il forte legame tra gli abitanti di Vernio e gli ospiti americani è nato nel 2014 grazie all’impegno dell’Associazione Linea Gotica che, attraverso una mostrina ritrovata casualmente, ha ricostruito la drammatica storia. Sulla vicenda è stato scritto anche un libro curato da Lisa Nannini e Holly Mead, nipote di uno degli aviatori, che intanto sono diventate grandi amiche.

Originale la conclusione dell’iniziativa. Alessia Cecconi, direttrice del CDSE ha parlato del pianista americano Ethelbert Nevin, che nel 1895, da turista d’eccezione insieme a moglie e figli, trascorse a Montepiano un’estate straordinaria, scrivendo piacevolissime pagine di musica, dal carattere romantico, che sono state eseguite dal maestro Alessandro Bolognesi. Gli ospiti Usa sono arrivati dalla California, dal Wisconsin e da Baltimora. Si tratta di Diane Ford e Holly Mead (figlia e nipote del pilota Benton Eichorn), Gary e Brenda Dean quest’ultima figlia del mitragliere di coda Wilmer Hochstatter (l’unico sopravvissuto, morto poi molto presto) e poi Kristin e Sonny Lacy (nipoti di William N. Everett, il copilota). Nel cippo di Carbonale si ricordano anche gli altri aviatori: Franck Wargo (operatore radio), Simon Sawyer (navigatore)  e i mitraglieri Donald Ney e Raymond Thomson.

La storia

Nel bosco di Carbonale il 7 giugno 1944 ebbe fine il volo del bombardiere medio americano B-25J partito dall’aeroporto militare di Ghisonaccia in Corsica. Obiettivo del bombardamento la rete ferroviaria “Direttissima” Firenze-Bologna con la sua famosa Grande Galleria dell’Appennino, collegamento strategico per le armate tedesche e già presa di mira da varie incursioni aeree nella zona. Quel giorno la formazione composta da 18 B-25J e 8 caccia Spitfire inglesi come supporto, apparve dalle montagne ad ovest alle 17.05. Le batterie antiaeree tedesche, predisposte da tempo su alcune alture del paese di S. Ippolito (a circa 3 km sud-ovest da qui) travolsero con una pioggia di fuoco tutta la formazione, centrando immediatamente il B-25J e facendolo incendiare. L’aereo perse quota virando verso la frazione di S. Quirico per poi andarsi a schiantare proprio a Carbonale. Durante la caduta quattro membri dell’equipaggio morirono a bordo per lo più asfissiati dal fumo che riempì in breve tempo gran parte del velivolo. Gli altri tre membri tentarono un precipitoso lancio con il paracadute: uno venne ucciso dai tedeschi accorsi sul posto, un altro rimase coinvolto nell’esplosione ravvicinata provocata dallo schianto a terra del velivolo in caduta libera e il conseguente scoppio degli ordigni inesplosi presenti ancora a bordo, mentre soltanto un membro dell’equipaggio si salvò andando fortunatamente ad atterrare con il paracadute nel versante nord della Vallata e, aiutato dagli abitanti di Sasseta, raggiunse le linee alleate dopo una rocambolesca fuga durata vari giorni. Il 7 giugno 2014 l’Associazione Linea Gotica Alta Val di Bisenzio, unitamente all’amministrazione Comunale, pose il cippo in ricordo del tragico evento creando anche il sentiero per raggiungere il luogo dell’impatto. Le ricerche storiche effettuate negli archivi militari, le testimonianze raccolte e la ricerca dei parenti dei caduti sono state raccolte in un libro e i resti dell’aereo, sparsi in questi boschi e ritrovati con pazienza, sono conservati nella Mostra Permanente dei reperti risalenti alla II Guerra Mondiale allestita a cura dell’Associazione nella propria sede di San Quirico.