20 Aprile 2019

Accoglienza richiedenti asilo, Cgil: “Con il decreto Salvini a Prato si perderanno 47 posti di lavoro. Effetti paradossali sulla spesa pubblica”


Il taglio dei costi e servizi per l’accoglienza e l’integrazione stabilito dal Decreto Salvini produrrà la perdita di 47 posti di lavoro a Prato. E’ la stima dalla Funzione Pubblica Cgil, a seguito dell’avviso della Prefettura per la manifestazione di interesse ad ospitare i richiedenti asilo (leggi l’articolo).
La riformulazione dei criteri stabiliti dal decreto Salvini per l’accoglienza e la revisione della spesa giornaliera dedicata ai servizi ai richiedenti asilo – si passa dai 33 euro ai 23 euro a persona – creerà problemi al sistema che attualmente garantisce assistenza sociale, sanitaria e giuridica, mediazione culturale e linguistica a 532 ospiti e che dal 1° giugno si dovrebbe estendere a 580 persone ma senza garantire i servizi di integrazione fin qui effettuati dagli operatori del settore.

“Oltre alla drammatica riduzione della qualità del servizio, tanto da renderlo di mera sorveglianza, assisteremo anche a una tragica soppressione di posti di lavo-ro” aferma Sandro Malucchi, segretario della Funzione Pubblica CGIL di Prato. “Secondo i nostri calcoli – continua Malucchi – dei 71 posti di lavoro a tempo pieno impiegati sui servizi se ne salveranno soltanto 24 determinando in un sol colpo la perdita di 47 posti di lavoro”.

Il sindacato di piazza Mercatale sottolinea inoltre che un’assistenza che si limita a vitto, alloggio e vigilanza e che non accompagni le persone in un processo di integrazione sociale impoverisce l’intero tessuto cittadino”. A fronte di un risparmio del 30% nei costi dell’accoglienza per effetto del taglio dei servizi – fa notare la Cgil – lo Stato dovrà sobbarcarsi quasi la stessa cifra per far fronte agli ammortizzatori sociali dei lavoratori che perderanno il posto e si ritroveranno disoccupati.
Un paradosso per la Cgil: “Da giugno a dicembre i lavoratori addetti ai servizi di accoglienza avrebbero avuto una capacità di spesa complessiva di 366.000 euro e in corrispondenza di quella avrebbero offerto un servizio sociale. Con l’entrata in disoccupazione riceveranno un assegno Naspi complessivo di 256.000 euro senza garantire alcun servizio alla comunità e ai migranti. Una diseconomia frutto di un decreto senza una logica si senso compiuto” conclude Sandro Malucchi.

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