Riapre il Cinema Teatro Modena: domani l’inaugurazione della mostra fotografica che ne racconta la storia FOTO


Intitolato a un uomo di teatro che fu anche fervente patriota, tirato su da muratori, senza ingegneri e progettisti, il Cinema teatro Modena vede la luce nel 1906 in piazza Galilei (oggi via Braga): quattrocento posti a sedere, una grande terrazza, un sipario dipinto e un’ottima acustica per ospitare gli spettacoli della Filodrammatica. Da allora, per più di un secolo, è stato davvero il teatro delle vicende di una comunità, fra lotte operaie, associazioni e spettacoli.

Oggi per il Modena, dopo anni di chiusura, è iniziato un nuovo capitolo. L’acquisto da parte del Comune di Vaiano – grazie alla generosa donazione dell’Associazione per il Lavoro e la Democrazia che ha impegnato nel salvataggio del Modena i fondi donati dagli operai della vallata e dell’area pratese ingiustamente licenziati nel secondo dopoguerra e poi risarciti – ha permesso di riaprire il foyer, in attesa dei lavori di ristrutturazione.

Rita Pavone al Modena – Anni ’70

Proprio l’ingresso del teatro è il contesto della mostra permanente La storia del Gustavo Modena, curata dalla Fondazione CDSE, che racconta di spettacoli e concerti, lotte operaie e impegno civile. La mostra, una serie di pannelli con fotografie d’epoca che accompagnano la narrazione, sarà inaugurata domani, venerdì 5 aprile, alle 18.30 dal sindaco di Vaiano Primo Bosi e dal presidente dell’Associazione per il Lavoro e la Democrazia Manuele Marigolli.

“Un altro passo avanti in quello che già ho definito come un sogno che si avvera. Il Modena è un pezzo della nostra identità collettiva e sono certo che avrà un ruolo importante in futuro, per questo abbiamo voluto che visitatori e spettatori potessero conoscerne la storia, così strettamente legata a quella della comunità di Vaiano”, spiega il sindaco Bosi.


Gustavo Modena, artista e patriota – L’artista a cui fu intitolato il teatro e poi cinema di Vaiano fu un personaggio molto noto nell’Ottocento. Era figlio d’arte e fu protagonista di una carriera travolgente come attore di teatro, ma era anche un patriota, stretto collaboratore di Mazzini. La sua idea di teatro civico, con fini educativi, ispirò i fondatori del Cinema Teatro Modena, a cominciare da Antonio Milanesi, direttore anche dello stabilimento tessile di Gabolana.

Il primo Novecento – Insediamenti industriali e movimento operaio crescono insieme all’associazionismo, alle cooperative di consumo e ai circoli che puntano all’istruzione e all’aggregazione sociale. In questo terreno germoglia l’idea del teatro, che avrebbe ospitato le recite della filodrammatica Gustavo Modena fondata nel marzo 1904. Ma già nel 1908 il teatro visse anche la grande avventura del cinematografo, a cui ben presto si aggiunse il pianista che suonava in sottofondo alla proiezione muta.

Gli anni del fascismo – Fino agli anni ’20, nonostante il teatro ancora non fosse dotato di luce elettrica e il lampionaio dovesse accendere i lumini al momento dell’uscita, tragedie amorose e commedie burlesche dell’equivoco avevano un grande successo di pubblico. Ma il 17 aprile 1921 la violenza fascista arrivò anche nella valle del Bisenzio, ci furono morti, feriti, edifici devastati e dati alle fiamme. Il Modena rimase in piedi, ma solo nel 1945 la Filodrammatica rientrò in pieno possesso del cinema teatro.

Dal dopoguerra ad oggi – Negli anni ’50 il segretario della Camera del lavoro e futuro primo sindaco di Vaiano Carlo Ferri si fece portavoce del progetto di ricostruzione della Camera del Lavoro insieme al nuovo teatro, dove sarebbero state convogliate tutte le attività ricreative e culturali, scegliendo un terreno che avrebbe ospitato anche la nuova piazza, l’odierna piazza 1° Maggio. Fu quindi costruito un nuovo edificio, con palcoscenico fisso e sipario, utilizzato in primo luogo come cinema. Per vari decenni il Modena ha rappresentato la principale struttura di riferimento per le più importanti iniziative di carattere culturale e sociale dell’intera Val di Bisenzio. Nel 1983 purtroppo lo spazio chiude, sono infatti necessarie importanti opere di messa a norma. Riapre nel 1998, ma nel 2012 ancora uno stop, fino all’ingresso del Comune come proprietario e alla riapertura, nel dicembre scorso, del foyer.