Luoghi del cuore Fai: l’oratorio di San Bartolomeo è il terzo in Toscana con oltre 14mila firme
Un grandissimo risultato in pochissimo tempo. È quello ottenuto dall’oratorio di San Bartolomeo in via Cava che in soli due mesi è riuscito a portare a casa 14.162 firme a sostegno della propria candidatura a Luogo del cuore Fai. Con questa dote di voti l’antica chiesa si è classificata al 26° posto in Italia e al terzo tra i luoghi della Toscana. Il primo tra i toscani è anche quello che si è piazzato al vertice nazionale: il monte Pisano in provincia di Pisa, nei territori di Calci e Vicopisano, colpito il 24 settembre scorso da un disastroso incendio, probabilmente doloso, che ne ha mandato in fumo oltre 1200 ettari, di cui 200 di coltivazioni, e che per miracolo ha risparmiato la Certosa di Calci, seconda classificata al censimento 2014.
Grande soddisfazione è espressa dall’Ufficio beni culturali della diocesi di Prato che ha promosso la candidatura e ha coordinato la raccolta firme. «Dobbiamo ammettere che il risultato è inaspettato – commenta Claudio Cerretelli, direttore dei musei diocesani – perché per un oratorio quasi sconosciuto riuscire ad ottenere così tante adesioni è cosa notevolissima».
Grande merito per quanto ottenuto va a Monica Cecchi dell’Ufficio e alla parrocchia di San Giusto, nel cui territorio ricade l’antico chiesino. Ebbene: i parrocchiani sono riusciti a portare a casa ben 12.400 firme. Ovvero il 90% del totale. «Gli abitanti di San Giusto sono stati eccezionali – dice il parroco don Helmut Szeliga – hanno fatto un lavoro encomiabile, basti pensare che la parrocchia ha una popolazione di circa 4mila persone».
Un grande contributo è arrivato anche da alcune scuole pratesi, come l’istituto Marconi e il Cicognini-Rodari e da parrocchie pratesi, su tutte Santa Lucia. «Il primo obiettivo era quello di far conoscere ai pratesi l’esistenza dell’oratorio perché diventasse luogo frequentato e direi che possiamo dirci soddisfatti – conclude don Helmut – e poi abbiamo voluto sensibilizzare le istituzioni cittadine. Il chiesino ha necessità urgente di restauri, c’è dunque ancora bisogno del nostro impegno per riuscire a finanziare i lavori».
Il prossimo passo è l’apertura del cantiere di restauro. Tutti i luoghi del cuore che raggiungono quota 2000 firme possono partecipare a un nuovo bando di finanziamento presentando uno specifico progetto di recupero al Fai. Inoltre la campagna di questi ultimi mesi ha fatto sì che alcuni sponsor privati si siano dichiarati disponibili a dare un sostanzioso contributo per il restauro della parte lapidea esterna, la più bisognosa di un intervento immediato.
La gualchiera di Coiano, altro luogo del cuore nel territorio pratese, ha totalizzato 7180 voti piazzandosi al 56° posto della classifica nazionale. Molto più distanti l’ex convitto Cicognini (592°), la Domus etrusca di Gonfienti (628°), il bastione delle forche (632°), la fattoria medicea di Tavola (639°), il chiesino di Narnali (640°) e il Castello dell’Imperatore (647°). Qui tutti gli altri.
La storia. Edificato nella seconda metà del XIV secolo lungo via Cava dalla potente famiglia dei Guazzalotti, l’oratorio è ricco di preziosi affreschi di autori importanti come Francesco di Michele, l’artista più importante presente a Prato all’epoca del Datini. Finemente dipinto è anche l’altare a trittico, unico nel suo genere, tutto in muratura dove campeggiano figure e decorazioni trecentesche attribuite al pittore pratese Arrigo di Niccolò.
Nel corso del tempo agenti atmosferici e l’inquinamento dell’aria hanno determinato un progressivo deterioramento della struttura, sia all’interno che all’esterno. Il rilievo di arenaria con l’immagine della Madonna posto sul lunotto della porta principale dell’oratorio è molto rovinato, così come gli inserti decorati che contornano le finestre. Negli anni ’70 ci fu una opera di restauro ma occorre intervenire di nuovo. Negli ultimi tempi sono stati compiuti lavori di messa in sicurezza da don Helmut Szeliga quando è diventato parroco di San Giusto: grazie alla generosità di parrocchiani esperti di muratura sono state sigillate le finestre, in modo da arginare l’umidità che sta danneggiando gli affreschi, e coperto le parti del tetto più rovinate. Serve però un progetto complessivo di ristrutturazione che parta dal tetto e riguardi i muri interni ed esterni dell’edificio.