Il vescovo Franco Agostinelli ha scritto un messaggio ai giornalisti del Tirreno in vista della imminente chiusura della redazione pratese del giornale. Di seguito il testo integrale.
Vorrei unirmi anche io alle voci di coloro che hanno espresso rammarico per la chiusura della redazione pratese del quotidiano Il Tirreno. È sempre stata mia abitudine sfogliare i quotidiani di primo mattino, la “preghiera laica” dell’uomo moderno secondo Hegel, alla quale non mi sono mai sottratto, sia quando ero ordinario a Grosseto e poi quando sono diventato vescovo di Prato. Ho avuto così modo di leggere e apprezzare il lavoro dei giornalisti del Tirreno di Prato.
Penso che i mezzi di comunicazione siano occhi, orecchi e voce insostituibili per la democrazia e per il bisogno di ciascuno di noi di avere una informazione libera, seria e attenta alla complessità della vita.
Prato è una città molto popolata, è la seconda della Toscana e la terza del centro Italia. Risulta dunque incomprensibile, agli occhi di un lettore e di un cittadino, questa decisione. Prato vive una realtà quotidiana dinamica, dove tutto si svolge e accade con ritmi talvolta frenetici. Occorre che i giornalisti osservino e raccontino con la dovuta attenzione quanto avviene nella nostra comunità in modo da potercela raccontare con la giusta obbiettività e trasparenza.
A fine gennaio abbiamo vissuto l’annuale festa dei giornalisti in occasione del patrono San Francesco di Sales e abbiamo parlato di giornalismo di prossimità. Ecco, per questo ritengo che perdere un presidio come quello della redazione del Tirreno sia un impoverimento culturale dell’intera città. Sono lieto che le pagine pratesi del giornale continuino ad esistere e che i posti di lavoro siano garantiti. Ma non è la stessa cosa. Lavorare in una redazione, avere un luogo fisico nel quale incontrarsi, scambiarsi le idee, scrivere e fare comunità è un valore aggiunto al lavoro di giornalista.
Ce lo ricorda papa Francesco nel messaggio scritto per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2019: “La comunità come rete solidale richiede l’ascolto reciproco e il dialogo, basato sull’uso responsabile del linguaggio”.
Un carissimo augurio alle amiche e agli amici del Tirreno di Prato
Franco Agostinelli, vescovo di Prato