La Pace e la Memoria si stringono in un girotondo al castello: ieri le due manifestazioni in centro FOTO
Una domenica dedicata al ricordo e alla riflessione sul tema della pace. Nel primo pomeriggio è partita da piazza dell’Università la marcia organizzata dall’Azione Cattolica insieme al Coordinamento Cittadino per la Pace del Comune di Prato, con la collaborazione dell’oratorio Sant’Anna e gli scout pratesi dell’Agesci, per celebrare la Giornata Mondiale della pace, la ricorrenza che cade il 1 gennaio. Dopo una sosta in piazza Duomo, il corteo ha percorso le vie del centro cittadino tenendo alcuni flash mob.
Presente quest’anno una delegazione di studenti ed ex studenti di Rondine Cittadella della Pace, che ha presentato a Prato l’appello “Leaders for Peace”, la campagna che Rondine stessa ha presentato lo scorso 10 dicembre di fronte all’assemblea delle Nazioni Unite per chiedere ai 193 Stati membri dell’Onu un impegno concreto per la riduzione dei conflitti armati nel mondo, a partire dell’investimento del costo simbolico di un’arma in borse di studio per formare leader globali di pace. In piazza delle Carceri la Marcia della Pace si è intrecciata con l’iniziativa “Luci sulla Memoria” realizzata in collaborazione tra Anpi, Sentieri Partigiani, Aned e Fondazione Museo della deportazione resistenza per la Giornata della Memoria che si è celebrata nella giornata di ieri. Una camminata tra le pietre d’inciampo delle vie di Prato che si è conclusa, appunto, con un simbolico girotondo intorno al Castello insieme ai partecipanti della Marcia della Pace.
In piazza del Comune, infine, è stato letto il manifesto di Rondine presentato all’Assemblea delle Nazioni Unite ed è stata consegnata al sindaco e a tutti i presenti una copia del messaggio che Papa Francesco ha scelto per la Giornata mondiale della Pace di quest’anno, dal titolo “La buona politica è a servizio della pace”. “Il treno della Memoria anche quest’anno ha visto partire tanti studenti delle nostre scuole verso un viaggio che li ha profondamente cambiati, li ha fatti tornare sicuramente diversi come dimostrano le loro parole – ha sottolineato Matteo Biffoni -. Ciò che è stato non si può e non si deve dimenticare e soprattutto deve essere un monito quotidiano per le nostre comunità che lavorano coese per un futuro dove non devono mai mancare il confronto democratico, il riconoscimento dei diritti e la pace”.
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