Crolla capannone dismesso a Vaiano: evacuate tre famiglie. Il sindaco Bosi: “La proprietà intervenga subito per la messa in sicurezza dell’immobile” FOTO
Tre famiglie, per un totale di dieci persone, sono state fatte sgomberare dalle loro abitazioni in seguito al crollo della copertura e di parti della facciata di un edificio industriale dismesso, l’ex lanificio Canovai. E’ successo intorno alle 3,45 di stanotte in via Nuti a Vaiano. In seguito al cedimento, parte dei detriti del capannone sono finiti in strada che è stata in parte chiusa dai vigili del fuoco di Prato, intervenuti sul posto con alcune squadre del distaccamento di volontari di Vaiano e del distaccamento di Montemurlo. Per fortuna nessuna persona è rimasta coinvolta nel crollo. Con i vigili, che hanno messo in sicurezza l’area, sono intervenuti anche i carabinieri di Vaiano e il sindaco Primo Bosi. Le tre famiglie evacuate hanno trovato ospitalità presso parenti e amici. L’edificio in questione era già stato oggetto nel febbraio scorso di un’ordinanza del sindaco con cui si impegnava la proprietà alla messa in sicurezza dell’area.
Oggi pomeriggio il sindaco Primo Bosi ha incontrato la proprietà dell’ex Canovai, dopo il crollo di questa notte, e ha chiesto con determinazione che “si intervenga con rigore e celerità per la messa in sicurezza dell’immobile”. Il Comune di Vaiano è intervenuto ripetutamente presso la proprietà dell’ex Canovai chiedendo con un’ordinanza e una serie di comunicazioni di provvedere a effettuare i lavori di messa in sicurezza. ”Si sarebbe dovuto svolgere un nuovo sopralluogo alle 10 del prossimo 8 gennaio per verificare lo stato di conservazione degli elementi strutturali dell’immobile – spiega il sindaco – era stata trasmessa la comunicazione al proprietario con la specifica che, in caso di ingiustificato rifiuto a consentire l’accesso, ci sarebbe stato il ricorso al Prefetto e alla forza pubblica”.
I provvedimenti del Comune sono diversi. Con un’ordinanza del 29 settembre 2017, a seguito di un sopralluogo della Polizia municipale per un cornicione pericolante in parte già caduto sulla strada, il Comune richiedeva la messa in sicurezza. Il 6 dicembre il proprietario comunicava al Comune di aver provveduto ai lavori di manutenzione. Il 25 gennaio 2018 è stato effettuato un nuovo sopralluogo da parte degli uffici del Comune e della Polizia municipale nel corso del quale veniva rilevato lo stato di precarietà dell’edificio. Ne è seguita un’ordinanza (numero 4 del 5 febbraio 2018) nella quale si intimava ai proprietari di effettuare i lavori urgenti che garantissero condizioni di sicurezza per la pubblica e privata incolumità, comunicando al Comune al termine dei lavori la descrizione degli interventi effettuati e la dichiarazione di un tecnico sulla non sussistenza di pericolo per chi transita sulla strada pubblica sotto l’immobile in questione. Il 9 maggio il Comune 2018 invia una nuova missiva al proprietario, sulla base di una comunicazione dello stesso del 17 di aprile. Si afferma che i lavori elencati rispettano in minima parte le diposizioni dell’ordinanza del 5 febbraio. Si invita a provvedere entro 30 giorni pena denuncia all’autorità giudiziaria. Il primo agosto il proprietario comunica di aver messo in sicurezza l’immobile “nei limiti del possibile” ma senza alcuna attestazione di sicurezza da parte di un professionista come richiesto. Per questo il Comune scrive di nuovo al proprietario il 14 agosto. Il 22 ottobre scorso la giunta comunale approva la delibera 131 dove si dà mandato al responsabile dell’Area pianificazione e Gestione del territorio di intervenire per individuare un professionista per certificare l’eventuale sussistenza di pericolo, provvedendo successivamente a recuperare le somme impiegate dal proprietario. E’ sulla base della delibera che si sarebbe dovuto svolgere il sopralluogo dell’8 gennaio prossimo.